Volla: “È gghiuta ‘a pazziella mman’ê ccriature”

L'epilogo amministrativo per Di Costanzo dopo appena 15 mesi dal consenso elettorale? Certo che c'è da chiedersi dove sia finita la "Politica", forse veramente in mano alle "criature", ovvero nelle mani degli incapaci

Siamo alle comiche finali. Qualcuno potrebbe optare anche per il noto detto napoletano “È gghiuta ‘a pazziella mman’ê ccriature“. Per consolarsi, qualcuno si appella alla sfortuna: “Volla città sfortunata!” Da dieci anni, la latitanza politica e l’incapacità amministrativa hanno impedito alla cittadina vesuviana una crescita sociale, economica e civile che naturalmente avrebbe meritato e merita.

Tre i responsi delle urne gettati alle ortiche in qualche anno o in pochi mesi. A non completare il mandato: Guadagno, Viscovo e Di Marzo. Ora toccherà al già dimissionario Giuliano Di Costanzo?

Quanto accaduto ieri, però, cambia i livelli e la percezione della vita amministrativa, spostando il mirino dalla politica alle comiche. E infatti, su una delle pagine social più seguite dai vollesi, un profilo apparentemente fake sarebbe stato creato esclusivamente per effettuare la pubblicazione di un audio e di una foto che affossano ulteriormente, semmai ce ne fosse stato bisogno, la politica locale, girando crudamente il coltello nel critico momento amministrativo che Volla sta vivendo: le dimissioni, con contorno di polemiche, dell’attuale sindaco.

L’immagine è una di quelle istituzionali: il primo cittadino con il suo vice con sullo sfondo il gonfalone della città. L’audio? Ebbene sì! L’audio è di gran lunga più interessante!

Si sente l’assessore Viviana Alaia, vicesindaco in quota M5S parlare con qualcuno, probabilmente un consigliere o un assessore, chiedendo con tono fermo e convinto di non mollare, di attendere e vedere “la sua caduta“.

Un momento. La caduta di chi? Chiaramente quella del sindaco Di Costanzo, come ben si evince dal resto dell’audio (forse rubato?!) pubblicato.

Il vicesindaco Alaia aggiunge: “…isso se n’adda je, si deve dimettere!”. E continua: “Perchè io non lo sfiducio, cioè lo porterò talmente all’esasperazione. La nostra idea è quella di farlo esasperare – e ripete – se ne deve andare, deve dare le dimissioni perché non c’è sostegno da nessuno”. E poi riconferma al suo ignoto interlocutore: “Tu devi restare qua, sei tu che devi vedere la sua caduta”.

Cosa dire? Magari meglio stare zitti. C’è già chi ha parlato più che a sufficienza e, forse, faceva anche meglio ad imitarci.

In pratica, il vicesindaco di Volla aspetta l’ingloriosa caduta del suo sindaco. La latitanza della politica (quella vera) e il trionfo della “piazza degli inciuci”. Qualcuno potrebbe addirittura dire: finalmente Volla c’ha la piazza! Peccato che si tratta solo di quella virtuale su Facebook.

Il problema di quanto sta accadendo a Volla, a mio modo di vedere, non nasce oggi. E non è rappresentato nemmeno dai cosiddetti traditori, dai “poltronisti”, dai “saltimpalo”, cioè quelli che passano da bandiera a bandiera. Il problema parte ben prima. Ancora prima della campagna elettorale che portò alla consultazione popolare che vide vincitore al ballottaggio il buon Giuliano.

E sì! E’ un problema di Serietà, di Persone e personaggi, di Politica che non esiste più, e non solo a Volla.

Una povera politica o meglio una “politica povera” che forse  è, come dicevo, il classico “giocattolo finito in mano ai bambini”, per intenderci ancora meglio “una cosa di valore lasciata nelle mani di un incapace”. Il mio dire potrebbe far ridere, quantomeno sorridere, e in fondo è anche quello che volevo ottenere, ma invece il problema è serio e piuttosto dovrebbe far piangere.

Le amministrazioni che durano un intero mandato si riconoscono sin dalla loro presentazione e, di base, non sono mai mosaici dell’ultimo momento. Variopinte opere d’arte create per convincere gli elettori, piene di sirene e annunci, di volti nuovi e giovani rampanti, di società civile e di sindaci in gamba, spesso tirati fuori dal cilindro e, ancora più spesso, solamente perché alla fine era quello disponibile, presentabile, il meno peggio va’! Un bel gruppone coeso. Sì, coeso per il tempo della campagna elettorale. A chiusura urne ognuno per sé alla caccia del brandello di preda più succulento. Un bel gruppone creato non per governare domani, ma solo per vincere oggi. E con questa idea, si sa, non si va da nessuna parte: e dire che la storia dovrebbe aver lasciato qualche insegnamento.

Vabbè. La figuraccia, ancora un’altra, è fatta. Ora non resta che attendere.

E allora attenderemo, insieme all’ignoto interlocutore dell’assessore Alaia. Cosa? Magari proprio la caduta del sindaco Di Costanzo? Appena pochi giorni del resto e la sentenza dovrebbe essere servita.

Poi, o ricomincia “la favola di Giuliano e il Lupo” oppure si ritorna al voto. E mi raccomando, guardatele bene le prossime coalizioni. Vi giuro, quella che potrebbe dare una speranza alla città si vede già dalla sua presentazione. Il guaio è che troppo spesso si riversa la colpa solo sulla politica dei politicanti, ma la Politica (notare la maiuscola) siamo tutti noi. Non tanti voti, tante Coscienze. Auguri Volla.

Gennaro Cirillo

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano
Condividi
PrecedentePortici, minaccia la sorella per l’eredità: arrestato 43enne
SuccessivoA Napoli, un San Valentino speciale con la 14ma edizione di Chocoland
Da sempre abituato a vivere con il Gazzettino vesuviano in casa, giornale fondato pochi anni dopo la sua nascita dal padre Pasquale Cirillo. Iscritto all'ordine dei giornalisti dal 1990, ricorda come suo primo articolo di politica un consiglio comunale di Boscotrecase, aveva 16 anni. Non sa perchè gli piace continuare a fare il giornalista, sa solo che gli piace, e alle passioni non si può che soccombere. "Il mestiere più bello del mondo".