Le sorgenti dell’Acqua della Madonna di Castellammare di Stabia diventano discarica di rifiuti a cielo aperto. E’ l’ennesima storia di abbandono e degrado per la città stabiese, quella che viene alla luce dal quartiere noto per la presenza delle fonti e degli chalet. Da oltre due mesi le sorgenti sono chiuse, in quanto i rilievi dell’Arpac hanno trovato quantitativi di nichel e radon superiori alla norma.
Le sorgenti dell’Acqua della Madonna di Castellammare diventano discarica di rifiuti a cielo aperto
Un allarme potenziale per la salute dei cittadini, che ha portato all’ordinanza di chiusura delle fonti da parte di Asl Na 3 Sud e Comune. Ma adesso quella sorgente di piazza Fontana Grande è completamente abbandonata, invasa da immondizia. Ormai trasformata in una discarica. Le scale, sbarrate dalle transenne, sono praticamente coperte dal fogliame e dalle erbacce. Mentre l’acqua piovana ha sommerso interamente i rubinetti delle sorgenti.
Una scena imbarazzante, che certifica l’incuria e la mancanza di manutenzione sulla mescita dell’Acqua della Madonna e Acidula. Sul posto sono intervenuti gli agenti di polizia municipale, dopo le numerose segnalazioni dei residenti, ed è atteso a breve un provvedimento per bonificare l’area. Ma intanto il Comune corre ai ripari.
Organizzare al più presto nuovi rilievi dell’Arpac
L’obiettivo è quello di organizzare al più presto nuovi rilievi dell’Arpac, ma soprattutto si punta ad aprire entro la prossima primavera le fonti. La commissione prefettizia, guidata da Raffaele Cannizzaro, ha deciso così di affidarsi ad un professionista esterno, per lo studio di fattibilità e la progettazione di impianti che possano ridurre la concentrazione di nichel e radon nell’acqua acidula e nell’acqua della Madonna.
Dopo esattamente un anno dai lavori effettuati, esattamente nel luglio 2022, nuove analisi hanno riscontrato valori superiori alla norma per il nichel e il radon, un gas inerte, naturalmente radioattivo e presente nel terreno, nei materiali da costruzione in tufo e nelle acque sotterranee. Quindi è scattato un nuovo stop. Sulla vicenda è intervenuto don Salvatore Abagnale, parroco del quartiere. “Sono profondamente dispiaciuto ed amareggiato per le condizioni in cui versano le nostre acque – afferma – chiedo un pronto intervento afli organi competenti, affinché restituiscano ai cittadini la possibilità di usufruire di un bene così prezioso”. Ma l’impressione è che ci vorrà ancora tempo, prima che gli stabiesi possano tornare a bere l’acqua della Madonna senza correre rischi per la salute.