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E’ stato condannato a 4 anni di reclusione Ettore Spagnuolo, ritenuto dagli inquirenti vicino al clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia. Il pregiudicato è accusato di aver imposto l’acquisto di prodotti ittici ad un imprenditore di Volla. La sentenza di primo grado è stata emessa dai magistrati del tribunale di Torre Annunziata. “Se non compri il pesce da noi ti uccidiamo”, sono le parole che Spagnuolo avrebbe pronunciato emerse nell’ambito dell’inchiesta condotta dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

“Se non compri il pesce da noi ti uccidiamo”: estorsore stabiese condannato a 4 anni di carcere

Spagnuolo fu arrestato insieme ad altri tre complici lo scorso luglio, durante un’operazione messa a segno dagli agenti di polizia di Castellammare, agli ordini del primo dirigente Amalia Sorrentino e del vicequestore Manuela Marafioti. La vittima fu picchiata e intimorita per aver cercato di sottrarsi al monopolio del mercato ittico imposto dal clan d’Alessandro in città e nei comuni vicini. Più mite la sentenza in primo grado rispetto alla richiesta della Procura Antimafia di otto anni.

Nell’inchiesta non è l’unico nome eccellente. Figura anche Michele d’Alessandro, che secondo gli inquirenti con Nunzio Girace, è il regista del pestaggio diretto a mantenere saldo il controllo del mercato del pesce. Nell’inchiesta della Dda, che punta a ricostruire la riorganizzazione del clan negli ultimi anni in importanti settori dell’economia come quello ittico, anche altri indagati.

Il monopolio del mercato del pesce in mano al clan d’Alessandro

Per gli inquirenti pretendevano che si lavorasse solo con loro. Il monopolio del mercato del pesce in mano al clan D’Alessandro. Seminavano il terrore a Castellammare e picchiavano chi si rifiutava. L’obiettivo era quello di mantenere saldo il controllo del mercato del pesce.

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