Partito da Sant’Antonio Abate quarant’anni fa poco più che maggiorenne, oggi è uno dei candidati di punta del Terzo Polo con Moratti presidente alle Elezioni regionali in Lombardia: è l’incredibile storia di Carmine Abagnale, 70 anni a marzo, in corsa per un posto nel consiglio regionale lombardo alle elezioni del 12 e 13 febbraio 2023. Il suo programma è incentrato sulla sicurezza, dopo decenni trascorsi in polizia di stato. Sottufficiale, poi ufficiale, poi membro della sezione investigativa della Digos nonché sindacalista. “Sono partito alla ricerca di un lavoro ‘sicuro’ – spiega – e sono entrato nelle forze dell’ordine: la polizia è una missione”.

Quando è stato posto in congedo, con il grado di commissario, era già consigliere comunale a Milano. Qui si è trovato faccia a faccia tra i banchi con il “primo” Matteo Salvini della “prima” Lega. Quella durissima, anche con i meridionali. “Con Salvini ci siamo scontrati in più occasioni. – dice Abagnale – Poi ha chiesto scusa, com’è noto a tutti, per le sue parole. Adesso siamo molto amici, siamo anche andati assieme allo stadio”. Dal 2006 al 2016 è stato consigliere comunale di Milano, poi è stato nominato assessore del Municipio 4 con deleghe alla Sicurezza, alla Protezione civile al Verde e Arredo urbano. Il primo sindaco dell’ex commissario è stata Letizia Moratti, oggi candidata presidente della Regione Lombardia. Ripercorriamo con Abagnale la sua storia e parliamo del suo attuale programma.

Com’era Milano ai tempi in cui è arrivato?

Non posso negare che i meridionali erano percepiti con diffidenza. Ma da buon cattolico e da onesto figlio di contadini mi sono adattato in fretta. Ho capito i milanesi e loro hanno capito me. Il mio rapporto con i cittadini era, ma lo è tuttora, diretto, personale. Li accoglievo nel mio ufficio e ragionavamo sui problemi alla ricerca di risposte. Ho anche creato un’associazione, “Napoli a Milano”: abbiamo organizzato eventi, moltissime persone si sono aggregate. Su mia proposta poi, il Comune di Milano ha conferito l’Ambrogino d’oro al napoletano Gennaro D’Avanzo, direttore del Teatro San Babila, e all’avellinese Ugo Cioffi, ricercatore dell’Università di Milano. Dopo dieci anni da consigliere comunale avevo deciso di lasciare la politica, poi gli stessi cittadini mi hanno chiesto di dare un contributo in termini di sicurezza, un tema completamente scomparso dalle agende. E così adesso sto dando tutto per la gente.

Come percepisce la politica oggi? Quali idee ricalcano la sua candidatura?

Devo dire che il sistema delle elezioni è talmente complesso che molte volte porta fuori strada. Oggi, comunque, per essere apprezzati dai cittadini bisogna fare poche chiacchiere ed essere più concreti: è questo che ci chiedono oggi gli elettori. Si deve avere il coraggio di dire quello che realmente si può fare. Invece si fa solo a gara a chi la spara più grossa.

Il suo impegno in polizia e successivamente in politica è sempre stato particolarmente rivolto alla sicurezza ed al sociale. Quali gli obiettivi nel suo programma elettorale?

Oggi nel nostro Paese, ed in Lombardia, c’è una situazione difficile dal punto di vista della sicurezza. L’Italia ha bisogno di certezza della pena e di serenità. Non si può andare in giro pensando di subire furti, rapine o truffe. Ci sono allora vari aspetti su cui è possibile intervenire. Va innanzitutto riformato il Codice Penale e va ridotta l’età imputabile: da 14 a 12 anni. Il sistema giudiziario va velocizzato: la pena dev’essere immediata. Poi bisogna rioccupare il territorio di cui si è perso il senso del controllo. Oggi un cittadino in difficoltà non si sa a chi rivolgersi.

La sicurezza deve tornare prioritaria, e non si può sempre parlare della sola percezione. L’obiettivo allora è quello di lavorare per una città sicura e vivibile sempre concentrandosi anche sui comandi di polizia locale e coordinandoli attraverso una sala operativa centrale regionale. Desidero dare risposta ai tanti cittadini che chiedono un aiuto concreto sul campo. Milano ha strutture, come quelle inutilizzate di Expo 2015, in grado di assolvere al compito di Security operation center che funga da punto di riferimento per il controllo del territorio dell’intera Lombardia. È un progetto concreto e fattibile: la nostra Regione merita di stare al sicuro.

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