I pusher sono liberi di spacciare sul territorio, a patto che acquistino la droga dai D’Alessandro (per quanto riguarda la città di Castellammare) e dai Di Martino per il territorio di Gragnano e dei Monti Lattari. E’ questo il nuovo accordo che rivoluzionerebbe il sistema dello spaccio di stupefacenti nei Comuni dell’area stabiese. Le nuove frontiere della vendita di cocaina, hashish e marijuana sono emerse durante gli interrogatori di diversi collaboratori di giustizia.

Castellammare, così i clan impongono ai pusher l’acquisto di droga: l’inchiesta dell’Antimafia

Il nuovo patto dei D’Alessandro è stato anche verbalizzato nell’ambito degli ultimi processi, dopo le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli sulla camorra stabiese. La differenza, rispetto al precedente schema criminale, è che oggi per spacciare stupefacenti non si deve più essere affiliati ai clan. Ma basta rifornirsi soltanto dalle cosche attive sul territorio, in particolare dai D’Alessandro e dai Di Martino. Così a guidare i traffici illeciti sarebbero sempre i D’Alessandro, con quartier generale a Scanzano.

La cosca una volta guidata dal defunto boss Michele D’Alessandro avrebbe infatti stretto accordi con organizzazioni criminali spagnole e del Sud America, per l’import ed export di droga. In particolare, a Castellammare arriverebbe cocaina di buona qualità, in cambio di “erba” prodotta in loco. Sarebbero poi gli stessi D’Alessandro a dividere i quantitativi ai sottoboschi criminali della città stabiese: a partire dagli Imparato (meglio conosciuti come i “paglialoni”che gestiscono l’attività illecita al rione Savorito.

La pace regge anche grazie al business della droga

Continuando con le giovani leve di Moscarella (che nei mesi scorsi avevano mostrato una certa insofferenza, chiedendo maggiore autonomia) e via via con i Vitale nel centro antico e i Mirano nella zona del Cicerone. La pace regge anche tra i D’Alessandro di Castellammare e gli Afeltra – Di Martino di Gragnano e degli altri comuni del comprensorio. La cosca dei monti Lattari avrebbe tuttavia autonomia sulla vendita di stupefacenti, soprattutto per quanto riguarda la marijuana prodotta “in loco” e, quindi, a chilometro zero.

Non a caso, soprattutto nel periodo estivo, tra i boschi del Monte Faito e le zone montane dei Lattari si susseguono le operazioni di sequestro di piantagioni di marijuana delle forze dell’ordine. E con il trascorrere degli anni, queste aree boschive sono state ribattezzate con l’appellativo di “Giamaica Italiana”.

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