corte d'appello napoli

Arriva alla stretta finale il processo in Corte d’Appello per l’omicidio di Raffaele Carolei, vittima di lupara bianca a Castellammare di Stabia. Si è svolta una nuova udienza, durante la quale la Corte ha acquisito una copia del verbale di firma presso il commissariato di Castellammare. I giudici hanno acquisito anche le dichiarazioni rese dal maresciallo dei carabinieri durante il processo relativo all’arresto di Catello Rapicano, collaboratore di giustizia insieme al fratello Pasquale (alias Lino ‘o minorenne). Sono state proprio le loro dichiarazioni a far emergere i particolari di uno dei delitti più efferati della storia della camorra di Castellammare.

Castellammare, omicidio di Raffaele Carolei: stretta finale al processo in Appello

I magistrati adesso esamineranno le nuove documentazioni, prima della prossima udienza già fissata per il 21 febbraio. Alla sbarra ci sono Gaetano Vitale e Giovanni Savarese (alias cicchiello), condannati all’ergastolo in primo grado. Proprio Savarese, con la richiesta dei nuovi documenti acquisiti dalla Corte d’Appello, vuole dimostrare attraverso i propri legali di avere un alibi. Questa almeno è la tesi difensiva in vista della sentenza. Le precedenti udienze sono state contraddistinte dallo scontro tra difesa e accusa, sull’attendibilità proprio dei collaboratori di giustizia.

In una precedente udienza, Vitale ha rivolto pesanti accuse ai fratelli Rapicano, dichiarandosi innocente. Ma proprio le dichiarazioni di Pasquale e Catello Rapicano (condannati a loro volta in primo grado a 14 anni di carcere) sono state determinanti per risolvere il giallo legato alla scomparsa di Carolei, che sarebbe stato punito dai D’Alessandro per essere passato tra le fila del clan scissionista degli Omobono – Scarpa. Secondo gli inquirenti, Raffaele Carolei è stato ammazzato strangolato con una corda nel 2012, per vendicare la morte di due affiliati di spicco dei D’Alessandro, come Antonio Martone e Giuseppe Verdoliva, uccisi nel 2004.

Il corpo di Raffaele Carolei non è mai stato ritrovato

Il corpo di Raffaele Carolei non è mai stato ritrovato, ma secondo i collaboratori di giustizia sarebbe stato gettato nelle acque del fiume Sarno. I fratelli Rapicano hanno raccontato che nel 2012 erano stati proprio loro, con la collaborazione di Vitale e Savarese, ad attirare Carolei in trappola ed ucciderlo. Per gli inquirenti, i due imputati sarebbero esponenti di spicco della piazza di spaccio del centro antico di Castellammare, controllata dai D’Alessandro.

Il movente, ricostruito dai carabinieri coordinati dal pm Giuseppe Cimmarotta, era chiaro: Raffaele Carolei era nella “black list” del clan D’Alessandro per aver partecipato agli omicidi eccellenti della faida di camorra stabiese nelle fila degli scissionisti, agguati come quelli a Giuseppe Verdoliva e Antonio Martone, rispettivamente autista e cognato del defunto boss Michele D’Alessandro.

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