Agguato contro un 33enne a Scafati: arrestate due persone per tentato omicidio (VIDEO)

Raid armato al rione “Buonarroti” di Scafati, c’è la svolta nell’inchiesta: un terzo componente del commando finisce in carcere. Si tratta di Raffaele Curcio, scafatese di 20 anni, si è costituito questa notte presso il penitenziario di Fuorni di Salerno. Il giovane avrebbe fatto parte del commando di fuoco che, lo scorso 21 gennaio, ferì quasi mortalmente Vincenzo L., 33 anni, che quel giorno fu raggiunto sotto casa della madre da vari colpi di pistola calibro 7,65 (sarebbero almeno tre secondo una prima ricostruzione degli inquirenti) esplosi all’altezza dell’arteria femorale in pieno giorno, nel quartiere popolare Buonarroti.

Scafati, raid armato al rione “Buonarroti”: in carcere il terzo del commando

Per lo stesso agguato, due giorni fa, erano finiti in manette Antonio Forte, di 25 anni, e il 44enne Giovanni Curcio “Maradona”, zio di Raffaele. I primi due arresti erano stati eseguiti a seguito di un’ordinanza di custodia firmata dal gip del Tribunale di Nocera Inferiore. A condurre le indagini sono invece gli agenti del commissariato di polizia di Pompei – diretti dal vicequestore Antonella Palumbo – in collaborazione con gli investigatori della squadra mobile di Napoli (vedi articolo e video correlati, ndr).

I tre presunti responsabili sono accusati in concorso di tentato omicidio, detenzione e porto abusivo d’arma da fuoco. La vittima, Vincenzo L., 33enne di Scafati, oggi è fuori pericolo, ma ha già dovuto subire un delicato intervento chirurgico per la rivascolarizzazione della gamba destra, rischiava infatti un fatale “shock emorragico”. Fondamentali, per gli arresti, le testimonianze raccolte dagli investigatori immediatamente dopo il raid. Una, in particolare. Quella rilasciata loro dalla madre della vittima, che avrebbe svelato importanti retroscena utili a ricostruire la dinamica del raid.

Ancora oscuro il movente del presunto agguato

Il presunto commando, dopo aver cercato di uccidere suo figlio, si sarebbe poi dileguato a bordo di una Fiat Grande Punro, cercando così di far perdere le proprie tracce. Ancora oscuro, invece, il movente del presunto agguato. Gli inquirenti starebbero tuttavia seguendo la “pista” della ritorsione seguita a un litigio di carattere familiare. Questa mattina, Antonio Forte e Giovanni Curcio sono stati sottoposti a interrogatorio in carcere. Difesi rispettivamente dagli avvocati Antonio Usiello e Nunzio Agovino, entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del gip e del pm. Prevista inoltre a breve la discussione del riesame.

Salvatore Piro

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