Pomigliano, si dimettono in 13: sfiduciato Del Mastro arriva il commissario Carolina Iovino

Determinante il ruolo dei "dimaiani". A firmare la sfiducia anche 5 consiglieri di Maggioranza. Si chiude così il Laboratorio politico tra Pd-M5S

Il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, a seguito delle dimissioni dalla carica di 13 consiglieri su 24 assegnati al Comune di Pomigliano d’Arco, ha sospeso il consiglio comunale e nominato commissario prefettizio Carolina Iovino, viceprefetto in servizio presso la Prefettura di Napoli, incaricandola della provvisoria amministrazione dell’ente e avviando, nel contempo, la procedura di scioglimento dell’organo consiliare.

Pomigliano senza sindaco e all’orizzonte una nuova tornata elettorale. Con le dimissioni dei 13 consiglieri ieri è terminata l’esperienza amministrativa del sindaco Gianluca Del Mastro, eletto nel 2020 con l’alleanza tra Partito democratico, Movimento 5 Stelle e altre forze politiche del cosiddetto “campo largo” di centrosinistra.

In un documento, i consiglieri dimissionari scrivono che “dopo oltre due anni dall’insediamento dell’amministrazione comunale è emersa con palese evidenza l’assoluta inadeguatezza alla risoluzione delle più disparate problematiche che riguardano i settori nevralgici della città. Detta situazione determina una irreversibile condizione di inefficienza ed inefficacia dell’azione amministrativa, tale da pregiudicare una adeguata erogazione dei servizi essenziali alla cittadinanza; in sintesi, si sono appalesate condizioni tali da far ritenere che il protrarsi dell’attuale gestione amministrativa finirebbe per procurare nocumento al Comune di Pomigliano d’Arco ed alla cittadinanza tutta“.

Dura la reazione di Del Mastro subito dopo aver appreso di essere stato sfiduciato dagli 8 consiglieri di opposizione e soprattutto da 5 della sua ormai ex maggioranza: “Questo è ciò che la città merita? Una crisi di palazzo? Una manovra orchestrata di nascosto farà perdere alla città 50 milioni di euro del Pnrr. È un atto di una irresponsabilità incredibile”.

Si chiude con un sanguinolento trappo l’esperienza del laboratorio politico, prima in Italia, tra Pd-M5S, concretizzatosi nel settembre del 2020. Una coalizione che portò all’elezione di Del Mastro accompagnata da un particolare significato politico perchè avvenuta nella città dell’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Ma proprio quel gruppo che fu dell’allora ministro cinquestelle, uscito dal partito guidato da Giuseppe Conte la scorsa estate a causa di una rottura insanabile, ha destabilizzato il quadro politico a Pomigliano. Il gruppo consiliare M5S con il passaggio in blocco del al nuovo partito dell’ex ministro, Insieme per il futuro, ha avuto un effetto devastante sull’azione amministrativa, rimasta vittima e bloccata da una serie di conflitti, figli, forse, dell’accesa contrapposizione tra Luigi Di Maio e Del Mastro.

“Del Mastro ha dato dimostrazione di arroganza e autoreferenzialità, atteggiamenti che hanno disgregato questa maggioranza», ha dichiarato l’assessore uscente alle Politiche sociali, Salvatore Esposito, fedelissimo dell’ex ministro.

Sembra che a dare la spallata finale all’esperienza Del Mastro alla guida della città delle fabbriche con la 13esima firma, sia stato Giacomo Stringile, consigliere di opposizione e medico di Di Maio.

Ai più pare chiara la mano di Luigi Di Maio dietro la prematura conclusione dell’amministrazione giallo-rossa pomiglianese e sembra che proprio Di Maio abbia commentato con un secco “Si va a casa quando si sbaglia qualcosa”. Adesso resta il dubbio: quando si sbaglia ad amministrare o si sbaglia nelle amicizie politiche. In città, gli attenti pomiglianesi già parlavano di un avvicinamento tra Gianluca Del Mastro e, il tanto inviso a Di Maio, Giuseppe Conte.

Qualcuno a questo punto ipotizza anche una nuova ed inedita alleanza tra i pretoriani di “Giggino” e l’ex sindaco Raffaele Russo in vista delle prossime elezioni. Staremo a vedere. DI certo c’è solo quanto detto dal vicepresidente del consiglio regionale, fedelissima dell’ex ministro degli Esteri, Valeria Ciarambino: “È una sconfitta per tutti, per la politica e soprattutto per la città”.

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