Aiutarono Imperiale a trasportare cocaina da Olanda, Brasile e Australia: sequestrato l'impero dei Fontana a Villa Literno

Due imprenditori originari di Villa Literno, specializzati nel trasporto merci e nella gestione dei rifiuti, sarebbero stati al servizio dell’organizzazione del noto narcotrafficante Raffaele Imperiale. Tra il 2008 ed il 2021 avrebbero aiutato il boss ad importare cocaina dall’Olanda e dal Brasile, e ad esportare droga verso l’Australia. Per queste motivazioni i carabinieri e la guardia di finanza hanno eseguito un provvedimento di sequestro nei confronti di Giovanni e Michele Fontana. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e della Procura Nazionale Antimafia.

Aiutarono Imperiale a trasportare cocaina da Olanda, Brasile e Australia: sequestrati 50 milioni di euro ad imprenditori casertani

Il provvedimento è stato adottato a seguito della revoca del controllo giudiziario di una società dei Fontana, essendo nel frattempo emersi a loro carico plurimi elementi di fatto idonei a fondare un giudizio di pericolosità sociale. E a far ritenere che il loro patrimonio si sia formato e sia stato incrementato negli anni grazie ad attività illecite. Alla base del sequestro di prevenzione vi è, in primo luogo, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nel mese di novembre nei confronti di Giovanni Fontana per traffico internazionale di sostanze stupefacenti, all’esito delle indagini condotte nei confronti dell’organizzazione del noto narcotrafficante Imperiale Raffaele.

Un deposito per occultare 600 kg di cocaina

Dall’analisi del materiale acquisito a seguito della decrittazione dei sistemi Eurochat e Sky Ecc è emerso che nel 2021 Fontana ha messo a disposizione del sodalizio di Imperiale un deposito per occultare 600 kg di cocaina all’interno di due container diretti in Australia. Nel corso degli interrogatori resi dopo l’esecuzione della misura cautelare, Imperiale ha confermato il coinvolgimento di Fontana nella predetta operazione con l’Australia e descritto altri traffici illeciti compiuti con la collaborazione dell’imprenditore liternese.

Dapprima due operazioni di trasporto dal Brasile, tra il 2008 e il 2010, di complessivi 6mila kg di cocaina e, in seguito, tra il 2017 e il 2021, una decina di trasporti dall’Olanda allorquando, avvertendo l’esigenza di dotarsi di autotrasportatori efficienti e fidati, decise di ricontattare Fontana tramite Daniele Ursini (anch’egli tratto in arresto nel mese di novembre). Quest’ultimo ha confermato la circostanza nel corso dell’interrogatorio del 13 dicembre 2022. Per le predette attività, secondo quanto dichiarato da Imperiale, Fontana avrebbe ricevuto un compenso di oltre 7 milioni di euro.

L’imprenditore descritto come colluso con il clan dei Casalesi

Al giudizio di pericolosità sociale di Fontana Giovanni hanno contribuito anche i precedenti per rapina, furto e armi e gli apporti dichiarativi di due collaboratori di giustizia, già esponenti di spicco delle fazioni Schiavone e Zagaria del clan dei Casalesi, che lo hanno descritto come un imprenditore colluso con il gruppo di Zagaria Michele. Fondati indizi per formulare un giudizio di pericolosità sociale sono stati ravvisati anche nei confronti di Michele Fontana, gravato da precedenti penali e legato al fratello Giovanni da vincoli societari.

Che lo hanno portato alla totale condivisione non solo delle strategie commerciali ma anche di quelle di natura illecita, come emerso dalle verifiche sulla gestione delle aziende di trasporto e degli impianti di trattamento rifiuti da parte dei due germani. Le indagini patrimoniali hanno evidenziato una evidente sproporzione, nel periodo 2002-2021, tra i redditi dei due imprenditori e dei rispettivi nuclei familiari e le relative possidenze. Da qui il sequestro eseguito in data odierna, avente ad oggetto le quote e i compendi aziendali di 8
società, 120 immobili tra fabbricati e terreni, 6 auto/motoveicoli, nonché il blocco dei rapporti bancari e finanziari, per un valore complessivo di oltre 50 milioni di euro.

Francesco Ferrigno

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