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Agli Scavi di Ercolano, lo sciopero è ormai a un passo. I sindacati: “Si apra la procedura di raffreddamento”. E’ la perentoria richiesta dei Cobas del Lavoro Privato. In una lettera inviata lo scorso 28 febbraio sia al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che al direttore del Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano, il delegato Cobas nazionale, Domenico Quintavalle, ha tuonato contro l’ultimo bando di gara che a stretto giro affiderà in concessione integrata i servizi di accoglienza, informazione e orientamento per il pubblico, bookshop e biglietteria a società esterne (vedi precedente link all’articolo pubblicato sul nostro portale, ndr).

Scavi di Ercolano, la protesta dei sindacati: sciopero ormai imminente

Le società subentranti, secondo Domenico Blasi, rappresentante Usb, non garantirebbero gli attuali livelli “stipendiali e salariali”. Il bando, secondo i Cobas, metterebbe pure a rischio il futuro di circa 50 lavoratori del personale privato che, da più di vent’anni, svolgono le medesime attività – in regime di subappalto nel frattempo garantito alla holding Opera Laboratori Fiorentini Spa – in una “situazione di estrema precarietà”. Da qui è scattata la minaccia dello sciopero, ormai vicino.

“Riteniamo che l’unica soluzione per garantire l’attuale occupazione nel Parco Archeologico di Ercolano e di Pompei – si legge nell’ultima e dura nota di protesta firmata da Quintavalle (Esecutivo Cobas) – sia l’avvio di un naturale e logico percorso di stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori che operano da decenni in appalto, attraverso procedure selettive per la internalizzazione dei servizi e, quindi, l’assorbimento di questi lavoratori negli organici del ministero della Cultura”. La politica di concessione ai privati dei servizi museali, a giudizio dei Cobas, potrebbe anche arrivare a determinare profili di un presunto danno erariale.

A rischio il futuro di circa 50 lavoratori del personale privato

Sono circa una cinquantina – tra Pompei ed Ercolano – i dipendenti della società Opera Laboratori Fiorentini che, al momento, occupano in regime di appalto i servizi di biglietteria, accoglienza, guardaroba e visite guidate. “Comprendo le preoccupazioni che questa nuova gara possa procurare – ha già risposto ai sindacati il direttore del Parco di Ercolano Sirano – questa gara è nata, in primis, da un obbligo di legge. Nel nostro campo si ha la necessità di approcciare in nuovi modi per il sito, accogliere il visitatore, creare” insomma una nuova “esperienza Ercolano”.

La situazione, a detta dei sindacati, rasenterebbe il dramma occupazionale. Le stesse proteste stanno coinvolgendo pure altri importantissimi siti culturali del Paese, tra cui gli Uffizi di Firenze. Lo scorso 2 gennaio Fp Cgil, Cisl Fp e UilPa hanno organizzato un sit-in, insieme a molti dipendenti degli Uffizi nel piazzale antistante l’ingresso del sito toscano, per denunciare la grave carenza di personale, chiedere nuove assunzioni e la stabilizzazione dei precari.

Le stesse richieste sono anche contenute in una lettera aperta che il 21 gennaio i sindacati hanno consegnato al Ministro della Cultura Sangiuliano. A marzo 2022, la Fp Cgil di Firenze denunciava che negli ultimi 4 anni gli addetti degli istituti culturali cittadini erano diminuiti del 18% Hanno perso lavoratori le biblioteche, le segreterie regionali del ministero, le Soprintendenze, le Gallerie degli Uffizi. Queste ultime hanno visto gli addetti passare da 381 a 315 con un calo del 17%.

Salvatore Piro

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