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Il caso dei rinvenimenti archeologici a Castellammare: avanti tutta, la Circum non si ferma

Il caso dei rinvenimenti archeologici a Castellammare: avanti tutta, la Circum non si ferma

“Andiamo avanti” e “Non ci fermiamo”. Viene in mente l’invito a viaggiatori e macchinista che non tanti anni fa veniva gridato dai Capi della Vesuviana: “Salite! Vai!”. E, “Salite, si va avanti”: eccolo, sarà questo, in sostanza, il ritornello che Eav – Circumvesuviana farà sentire per i prossimi anni e per tutto quanto di antico e di valenza archeologica si troverà sulla strada dello scavo, tra le stazioni Castellammare città e Via Nocera.

Il caso dei rinvenimenti archeologici a Castellammare: avanti tutta, la Circum non si ferma

Difatti, qualche giorno fa, nell’area in cui si stanno facendo i lavori di ampliamento e ammodernamento della linea, sono comparse due vasche di epoca romana, ovvero risalenti alla prima metà degli anni Sessanta dopo Cristo. Elementi che hanno sollevato un vespaio tra le associazioni che si interessano di salvaguardia del territorio e delle sue ricchezze storico – archeologiche. Ma per l’Eav non ci sono problemi o ragioni per fermare gli interventi.

“Faremo le due cose assieme: modernizzeremo la tratta e rispetteremo l’archeologia, come è stato fatto per la metropolitana di Napoli quando ha incontrato gli straordinari siti di interesse archeologico” ha sottolineato, difatti, l’amministratore Eav, Umberto De Gregorio. Ma il problema è grosso. Certamente più di Napoli: l’intera piana vesuviana, e oltre, è un immenso, unico, straordinario giacimento di tesori archeologici, frutto di millenni di stratificazioni abitative. Non ultimo appunto quello che si è generato duemila anni fa, nel 79 dopo Cristo, in seguito alla terribile eruzione del Vesuvio.

L’intera piana vesuviana è un immenso, unico, straordinario giacimento di tesori archeologici

Basti solo pensare che oggi, esistono preziose evidenze archeologiche persino a Carmiano, a Sant’Antonio Abate, per dire solo di alcuni insediamenti importanti. E poi, ancora, a Angri, a Nocera e via via sino alla villa ritrovata a Positano sotto la basilica dell’Assunta, e parzialmente scavata negli anni passati. Vuol dire che la nuvolaglia di lapilli e ceneri infuocate, chiamata piroclastic flow dagli specialisti, superò ostacoli insormontabili. E che la pioggia infuocata di lapilli e ceneri non si fermò sulla piana vesuviana ma per opera dei venti in quota si spostò e macinò spazi enormi, facendo danni e morti anche a centinaia di chilometri di distanza.

Dunque le difficoltà saranno certamente non di poco conto nonostante l’acqua sul fuoco buttata da De Gregorio che parla di lavori finalizzati ad aumentare la frequenza dei convogli sino al loro raddoppio e al passaggio ogni dodici minuti. Insomma un tentativo da parte dei vertici Eav che punta a spegnere subito eventuali focali di protesta potrebbero portare presto a situazioni complicate, su questa tratta importantissima. La Napoli Sorrento difatti è un segmento cardine del trasporto regionale sia perché collega la penisola sorrentina con il capoluogo sia per il gran numero di turisti che ogni giorno fruiscono della vecchia Circum per arrivare ai siti di Pompei, Ercolano, Oplontis e persino al museo Antiquarium di Boscoreale.

Elementi di “sofferenza” che ricadono sugli operatori del turismo

Ora, se da un lato c’è il direttore del parco archeologico di Pompei, Zuchtriegel, che interviene sull’argomento con una lettera indirizzata al presidente della regione Campania, De Luca, nella quale si ricorda come la “Circumvesuviana va migliorata e vanno ridotti, se non azzerati, disagi e insicurezza e ritardi”. Tutti elementi di “sofferenza” che alla fine ricadono sugli operatori del turismo che sono i front man e front woman delle proteste e dei rilievi di chi arriva nei siti archeologici vesuviani con i mezzi pubblici regionali. Dall’altro c’è la dura presa di posizione di Severino Nappi, capogruppo della Lega alla Regione.

“Ci stanno cento milioni del Pnrr che rischiano di andare in fumo. È bastato scavare nemmeno tanto in profondità per scoprire edifici di epoca romana nell’area interessata al raddoppio del tunnel tra le stazioni via Nocera e Castellammare” denuncia il consigliere. Che continua “Questo è il risultato dell’ultima azione improvvida di Regione ed ex Eav, che per risparmiare appena qualche minuto di percorrenza sulla tratta peggiore d’Italia fa segnare ancora un drammatico insuccesso”. Mentre si annuncia una interrogazione consiliare sul rischio di spreco dei fondi Pnrr. Il tutto, mentre tecnici e specialisti e archeologi studiano reperti e territorio, cercando di capire quali tesori antichi stanno per venire alla luce a causa di questa “sfortunata” circostanza…

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