Sarebbe un vero e proprio tabù in Italia portare sul grande schermo i naufragi dei migranti e le stragi in mare: un film prodotto dalla casa cinematografica Movieland di Castellammare di Stabia sarebbe stato ignorato, osteggiato e addirittura boicottato. A denunciarlo è stato lo stesso produttore Salvatore Suarato in merito al film “Caina”, diretto da Stefano Amatucci.
Il produttore stabiese Salvatore Suarato: “Boicottato il mio film sui naufragi dei migranti”
“Gli orrori di Cutro e degli altri naufragi che avvengono da anni nel Mediterraneo sono raccontati già nel film Caina. – ha spiegato Suarato – Una pellicola che cinque anni fa ha riscosso successi in diversi festival in giro per il mondo, è stata in lizza per rappresentare l’Italia agli Oscar 2018, ma poi è stata boicottata e osteggiata. Perché da anni, in Italia, parlare in maniera realistica di ciò che accade sulle nostre coste è un vero e proprio tabù.
Il film ha riscosso un importante successo internazionale di critica e pubblico ovunque: Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Spagna, Australia, Argentina, Uruguay, Estonia, Portogallo. Festival di tutto il mondo hanno apprezzato la pellicola, la sua triste storia, che è la storia dei tanti naufragi che avvengono lungo le coste italiane. Però, in Italia il film Caina è stato boicottato al cinema, ignorato dalle tv, praticamente non è mai stato distribuito, nonostante nel 2018 sia stato inserito tra i 21 titoli per rappresentare l’Italia agli Oscar. Caina ha pagato il tema di forte denuncia di quegli orrori, raccontati in maniera cruda e realistica”.
“Ho deciso di donare il film per fini educativi e culturali”
La distribuzione (gratuita) della pellicola è ripartita negli ultimi mesi: “Ho deciso di donare il film per fini educativi e culturali – ha detto Salvatore Suarato – ma anche nelle scuole ci sono state difficoltà, maggior successo ha riscosso in alcuni progetti per il reinserimento dei detenuti“. Caina è una ”sconvolgente favola nera” che racconta gli orrori legati all’immigrazione clandestina e di chi non sopravvive ai viaggi della speranza a bordo dei barconi.
La trama del film è liberamente ispirata dall’omonimo romanzo di Davide Morganti (edizione Fandango Libri). La protagonista trascorre le sue notti in spiaggia, dove fa un mestiere particolare, la “trovacadaveri”: il suo compito è quello di raccogliere i corpi annegati dei migranti che dall’Africa cercano di arrivare in Italia e che il mare riversa sulla riva. I cadaveri vengono poi sciolti nel cemento in un centro di smaltimento statale.