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Spaccio di droga nel centro antico di Castellammare: oltre 60 anni di carcere per il gruppo Vitale

Spaccio di droga nel centro antico di Castellammare- oltre 60 anni di carcere per il gruppo Vitale

Oltre 60 anni di carcere per sei imputati, accusati di far parte dell’organizzazione criminale dei Vitale, che trafficava sostanze stupefacenti tra i vicoli del centro antico e nel rione Licerta di Castellammare di Stabia. È la sentenza emessa ieri pomeriggio dai magistrati del tribunale di Napoli, dove si sta svolgendo il processo per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato.

Spaccio di droga nel centro antico di Castellammare: oltre 60 anni di carcere per il clan Vitale

Le condanne più pesanti sono state inflitte a Maurizio Vitale (17 anni) e Ciro Vitale (16 anni e 8 mesi), accusati di essere i promotori, dirigenti ed organizzatori del sodalizio criminoso. Insieme a loro sono stati condannati Ciro Salvato (8 anni e 10 mesi), Massimo Fiorillo (8 anni e 6 mesi), Domenico Sorrentino (8 anni e 4 mesi) e Salvatore Valanzano (2 anni).

Secondo i magistrati i Vitale dettavano le linee strategiche del gruppo, con il compito di rifornirsi di droga, decidere ruoli, compensi e distribuire le “mesate” – gli stipendi – per gli affiliati liberi e per le famiglie dei detenuti. Sullo sfondo gli accordi con gli altri clan stabiesi, ma anche con la camorra di Torre Annunziata e Nocera Inferiore per l’acquisto degli stupefacenti da immettere nella piazza di spaccio situata nel cuore del centro antico di Castellammare di Stabia.

Base operativa del gruppo la zona del rione Licerta

Sempre dal processo, è emerso che Salvato e Sorrentino avevano il ruolo di autisti, vedette o spacciatori all’occorrenza. Fiorillo invece era considerato uno dei pusher più attivi nella piazza di Licerta. Condannato anche Valanzano, il quale però non rispondeva dell’accusa di associazione a delinquere. Base operativa del gruppo la zona del rione Licerta, epicentro degli affari illeciti dei Vitale. Il deposito della droga poi venduta ai pusher, invece, sarebbe stato realizzato a Gragnano e gestito da altri indagati.

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