La ‘ndrangheta mette radici anche sui monti Lattari. È l’inquietante scenario che emerge dall’operazione effettuata dalle forze dell’ordine in Calabria, che ha portato all’arresto di 49 persone, ritenute affiliate alle cosche dei Piromalli e dei Molè, attive nella piana di Gioia Tauro. Tra le persone finite ai domiciliari c’è infatti anche Gregorio Coccia, 60enne agerolese già noto alle forze dell’ordine. Ancora da definire del tutto è il ruolo che Coccia aveva all’interno dell’organizzazione criminale, ma non è escluso che possa essere il referente locale di una delle principali ‘ndrine calabresi.

La ‘ndrangheta mette radici anche sui Monti Lattari: arrestato 60enne ad Agerola

Tanto più che lo stesso Coccia fu già arrestato nel 2015 per spaccio di droga. L’uomo fu sorpreso, in compagnia della moglie, a Cortina d’Ampezzo con cocaina e marijuana pronta per essere spacciata in provincia di Belluno. Tornando invece all’operazione di ieri, i 49 arrestati rispondono, a vario titolo, delle accuse di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi comuni e da guerra; estorsioni; danneggiamento seguito da incendio; turbata libertà degli incanti; importazione internazionale di sostanze stupefacenti.

Gli assetti funzionali della cosca Piromalli

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, hanno portato alla luce gli assetti funzionali della cosca Piromalli. E proprio con questa organizzazione criminale avrebbe allacciato dei rapporti Gregorio Coccia. Proprio ai Piromalli è stata accertata la primazia nel narcotraffico e l’incidenza territoriale nel controllo della “Piana”.

L’obiettivo degli inquirenti adesso è quello di accertare eventuali collegamenti tra le cosche reggine e quelle attive nell’area stabiese (e dei Monti Lattari in particolare) nell’ambito del traffico di droga. I provvedimenti restrittivi seguono una complessa attività investigativa, condotta dal Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro tra il 2020 e il 2021. L’operazione, indicata in maniera convenzionale con il nome di “Hybris” partendo dall’osservazione del territorio, si è posta l’obiettivo di incidere sulla struttura organizzativa della cosca dominante nella Piana.

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