Sì, contro la Lazio è stato probabilmente solo un caso: il Napoli batte anche l’Atalanta e si riprende 18 punti di vantaggio sul secondo posto. Se li riprende con una prova brillante, non la migliore della stagione, ma una di quelle a cui gli azzurri ci hanno ormai abituato.
Weekend perfetto per i partenopei, che vincono una partita per nulla scontata contro la bestia nera per eccellenza e festeggiano la clamorosa sconfitta dell’Inter a La Spezia. La ciliegina sulla torta è stato il mezzo scivolone della Lazio, che a Bologna si deve accontentare del pari e resta a 19 punti dalla capolista non riuscendo ad agganciare al secondo posto ai nerazzurri e a mettere in saccoccia tre punti essenziali in chiave Champions.
Infortunio a Meret ma Gollini all’altezza
Attimi di paura anche per quanto riguarda Kim, che ha lasciato il campo per un piccolissimo infortunio. Spalletti ha però rassicurato tutti nel post-partita: il coreano, dopo aver disputato una partita straordinaria, sta bene.
Primo tempo non da impazzire
Primo tempo non da impazzire quello del Napoli, che prova a tenere il pallino del gioco, senza però riuscire a penetrare con decisione nell’area di rigore nerazzurra. Gli atalantini comunque non disdegnano ad affacciarsi quando possono nella metà campo del Napoli.
Nel secondo tempo la capolista se ne va
Nella ripresa aumentano le chance a favore del Napoli, che aggiunge maggiore fluidità ad un gioco che nel primo tempo sembrava insufficiente, troppo spento.
Il gol lo trova Kvaratskhelia, un vero e proprio capolavoro: il georgiano mette a sedere mezza difesa atalantina e insacca alle spalle di Musso. Un gol a dir poco straordinario di Kvara, che festeggia così la sua premiazione come miglior giocatore di febbraio.
L’atmosfera sulle gradinate del Maradona è magica: le torce accese sugli spalti sono il quadro della grande bellezza. La bellezza di un popolo che aspetta solo di festeggiare. Bandiere, cori, fumogeni e striscioni sono la cornice che avvolge il tutto.
L’immaginazione ci permette di vivere in anticipo quel giorno atteso più di 30 anni. ‘E che sùccere…
Giuseppe Garofalo