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Le agenzie di scommesse e i siti pirata per l’organizzazione del gioco online: è il nuovo fronte di interesse del clan D’Alessandro, ritenuto egemone nella città stabiese, che gestirebbe proprio a Castellammare di Stabia sempre più attività di questo genere, affidandole a dei prestanome. Una tesi da brividi, quella formulata dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli, alla luce del via al processo Cerberus, che vede alla sbarra 29 persone tra capi e presunti gregari della cosca del rione Scanzano.

Castellammare, scommesse e siti pirata: ecco i prestanome della camorra

Tra gli imputati, figurano i nomi di Michele D’Alessandro (figlio di Luigi, alias Gigginiello ritenuto per anni il reggente della cosca) e Teresa Martone (moglie del defunto capoclan Michele D’Alessandro). La prima udienza è stata caratterizzata da un rinvio, a causa delle omesse notifiche ad alcune delle parti offese. Tuttavia, uno dei filoni determinanti dell’inchiesta riguarda proprio l’organizzazione del sistema del gioco online, gestito dal clan attraverso siti pirata e agenzie aperte in punti strategici della città.

Secondo l’Antimafia la cosca scanzanese avrebbe messo su un sistema ben collaudato non solo a Castellammare, ma anche nei Comuni limitrofi. Tutto, per “pulire” i soldi sporchi derivanti dallo spaccio di stupefacenti e dalle estorsioni, investendoli in attività commerciali e imprenditoriali. E così negli ultimi tempi, grazie ad alcuni prestanome, avrebbero allargato il loro raggio d’azione alle agenzie di scommesse.

L’ipotesi dei soldi trasportati su conti bancari in Svizzera

Durante l’attività investigativa, sarebbe emersa anche l’ipotesi dei soldi trasportati su conti bancari in Svizzera, intestati a dei prestanome di Scanzano, provenienti proprio dall’attività legata alle scommesse sportive. Un elemento che è stato portato alla luce dall’Antimafia a seguito di intercettazioni telefoniche, messe agli atti proprio del processo Cerberus. Ma perché proprio in Svizzera?

Secondo gli inquirenti, grazie all’utilizzo di alcuni prestanome, sarebbe questo l’unico modo per non risalire ai veri proprietari dei conti. Va ricordato, infatti, che in Svizzera vige ancora il segreto bancario, sistema che favorisce gli evasori fiscali e le organizzazioni criminali che hanno la necessità di occultare il denaro sporco o riciclato, per evitare sequestri patrimoniali. Oltre al business scommesse, l’inchiesta è chiamata a far luce su episodi di estorsione ai danni di imprenditori e sul sistema legato al traffico di stupefacenti messo su dai ras di Scanzano.

(Foto di repertorio)

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