Su Napoli continuano a volare gli elicotteri mentre si cominciano a calcolare i danni dei disordini avvenuti sia nel pomeriggio che in serata dopo la partita Napoli-Eintracht. Nella zona di Fuorigrotta, dove c’è lo stadio Maradona, la situazione sembra tranquilla. La tensione, invece, si è concentrata soprattutto sul lungomare dove sono ancora alloggiati i tifosi tedeschi, chiusi in hotel.
Dopo la partita sono ricominciati gli scontri
La tensione è riesplosa dopo il fischio di fine della partita con il Napoli, valevole per la Champions League, vinta dalla squadra azzurra per 3 a zero. I supporter tedeschi stavano per essere trasferiti in pullman per lasciare la città, quando alcuni ultras partenopei hanno lanciato petardi e pietre.
Momenti di tensione fuori dal Royal Continental Hotel, dove sono ospiti i tifosi tedeschi dell’Eintracht. Al termine del match con il Napoli, degli incappucciati si sono materializzati dalle vie limitrofe all’hotel e si sono duramente scontrati con le forze dell’ordine. Idranti in azione e lancio di lacrimogeni. Momenti di alta tensione. La carica delle forze dell’ordine ha disperso i facinorosi, ma è stato necessario ricorrere ai lacrimogeni. Distrutti i vetri di alcune automobili parcheggiate in via Chiatamone mentre continua il lancio di vetri e oggetti. Per le strade echeggiano soltanto le sirene, gli strilli, le voci delle forze dell’ordine che, in assetto antisommossa, stanno circondando la zona. La tensione è molto alta e l’aria è resa irrespirabile dal fumo. Gli abitanti della zona sono letteralmente asserragliati nelle proprie case.
A terra, nella zona tra via Chiatamone e il lungomare, dove si è verificato il tentato assalto di ultras del Napoli all’albergo dei tifosi tedeschi, le forze dell’ordine hanno trovato tre bottiglie di birra modificate in molotov.
Una giornata da “non dimenticare” che con lo sport non ha nulla a che fare
I danni li paghi il governo tedesco!
E poi un diluvio di polemiche, col ministro Piantedosi e la gestione della sicurezza nel mirino. In molti chiedono al responsabile del Viminale di spiegare cosa non ha funzionato, la Lega vuole che sia il governo tedesco a pagare i danni, mentre il sindaco Gaetano Manfredi parla di “scene di devastazione inaccettabili”.
“Condanniamo fermamente gli atti inqualificabili di chi si è reso protagonista di questa violenza, da qualsiasi parte sia giunta”, ha detto Manfredi facendo anche sapere di avere incontrato nella sede del Comune l’ambasciatore tedesco “per condannare insieme gli atti di violenza e ribadire il forte legame tra Napoli e la Germania”.
Coinvolti anche gli hooligan dell’Atalanta
Da Berlino è arrivata la condanna delle violenze da parte della ministra dell’interno, Nancy Faeser, per la quale “i violenti e i teppisti distruggono lo sport“. Parole dure anche dal quotidiano poplare Bild Zeitung, che titola “vergogna Champions League a Napoli”, accusando i tifosi dell’Eintracht di aver “vandalizzato” la città “assieme agli hooligan dell’Atalanta“.
Piazza del Gesù, centro città e lungomare: è guerriglia
Circa 200 tifosi napoletani, quasi tutti con il volto coperto e con i caschi, sono scesi da via San Sebastiano e da alcuni vicoli adiacenti raccogliendo lungo il percorso pietre e bottiglie. Davanti alla chiesa del Gesù nuovo, la cui facciata è fresca di restauro, e della basilica di Santa Chiara, è divampata la violenza. La polizia ha formato un cordone tra i due gruppi ma è iniziato un lancio di petardi e pietre e gli ultrà hanno usato cassonetti e sedie dei bar per affrontarsi. Una violenza consumata tra i cittadini e turisti in lacrime che cercavano riparo. Minuti di terrore puro. La polizia ha respinto l’assalto, lanciando lacrimogeni e tenendo bloccati i tedeschi.
Il prefetto Palomba convoca una riunione urgente del Comitato di ordine e sicurezza pubblica
Ma la gestione della piazza finisce sotto accusa. Il leader di Azione Calenda attacca il responsabile del Viminale. Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, “Piantedosi è inadeguato”, mentre il Pd, con Piero De Luca e Marco Sarracino, invita il ministro a dire cosa non ha funzionato.