Forza, autonomia, sportività ed impegno ma anche divertimento e condivisione con un pubblico che acclama. Sono tutti elementi fondamentali che caratterizzano gli eventi Special Olympics e che donano agli atleti, come ai ragazzi delle scuole e ai volontari, un’opportunità di crescita insostituibile. Proprio ieri sera un’emozionante quanto gioiosa Festa di Chiusura ieri sera, presso il Campo Smith di Bardonecchia, ha siglato il termine dei XXXIV Giochi Nazionali Invernali Special Olympics che hanno visto protagonisti indiscussi della neve 250 atleti, da tutta Italia, impegnati nelle seguenti discipline: sci alpino, snowboard e danza sportiva,
Questa mattina si sono svolte le ultimissime gare e premiazioni. Ogni atleta ora farà ritorno a casa con un bagaglio più ricco, non soltanto per la medaglia che si è guadagnato con tutte le sue forze, ma, soprattutto, per l’esperienza umana appena vissuta.
“Tanta gioia, sportività, amicizia, sentimenti ed emozioni che mi sono mancati tanto a causa del lockdown imposto dal Covid – sottolinea Vittorio Bevacqua, atleta trentino dello sci alpino che ha già scritto nel suo nome tutta la voglia di tagliare traguardi importanti- Tornare a vedere i bambini delle scuole, tutti che sciano, per me è stata una soddisfazione grande. È bello. Mi piace vedere la gioia nelle persone che fanno il tifo per noi. Mi da tanta forza. Lo sport per me è lavorare e divertirsi. A me Special Olympics ha dato tanto: tanta sportività e autonomia. Il Vittorio di oggi è cambiato tanto rispetto a Vittorio bambino. Per me non c’è diversità. Al di là del risultato l’importante è stare insieme e divertirsi”.
La testimonianza di Vittorio Bevacqua
La testimonianza di Vittorio Bevacqua, in effetti, può considerarsi emblematica per tutte le persone con disabilità intellettiva e per le loro famiglie. Dalla nascita, si ritrovano ad affrontare innumerevoli difficoltà, in una società ancora troppo spesso legata a stereotipi e pregiudizi che tuonano come vere e proprie sentenze che non lasciano vie di fuga.
Non a Bardonecchia. Ciò non succede e non potrà mai accadere in Valsusa che ha accolto, con grande gioia e per il terzo anno, i Giochi Nazionali Invernali Special Olympics. La risposta del territorio, ancora una volta, è stata straordinaria. Istituzioni, gente comune, ed in particolare i ragazzi delle scuole, si sono riversati a bordo pista per tifare gli atleti Special Olympics e per richiedere autografi, proprio come accade alle persone importanti che segnano in qualche modo la vita e che si ha la fortuna di incontrare dal vivo. Una fotografia che dona speranza per un futuro migliore dove a vincere sono l’inclusione e l’apertura all’altro.
Durante la Festa di Chiusura, ieri sera, la bandiera di Special Olympics Italia è stata ripiegata e riconsegnata dal Sindaco di Bardonecchia, Chiara Rossetti, al Vicepresidente Alessandro Palazzotti con l’auspicio di continuare a lavorare insieme, di poter conservare sul territorio della Valsusa la “leggerezza” e al tempo stesso il forte insegnamento dato dagli atleti Special Olympics e perchè no? Di tornare quanto prima a colorare di rosso la località.