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Pompei, ruspe in azione: demoliti tre capannoni, tutti abusivi e in zona protetta

Abusi a Pompei, ruspe in azione. Demoliti 3 capannoni, tutti abusivi. “Un capannone di dimensioni pari a circa 11 metri x 9,50 e altezza di 5,50 metri; un casotto di 2 metri x 2” e ancora “un capannone di 29,70 x 9,50” fa sapere una nota firmata oggi, venerdì 17 marzo, dal Procuratore capo della repubblica di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso. “Il contrasto al fenomeno dell’abusivismo – prosegue la nota – costituisce una delle priorità dell’azione della Procura”. Gli abbattimenti sono stati effettuati “in esecuzione di un ordine di demolizione emesso dal Tribunale di Torre Annunziata” all’interno di una zona sismica, protetta da vincoli paesaggistici e ambientali.

Pompei, ruspe in azione: demoliti tre capannoni, tutti abusivi e in zona protetta

La piaga degli abusi proprio a ridosso del Vesuvio, quindi in piena zona rossa, non accenna dunque a placarsi. Anzi. In quest’ultimo caso “si è data esecuzione a una condanna relativa” a un vecchio abuso che risale al 1998. La lotta all’abusivismo, che attanaglia pure una città dichiarata patrimonio Unesco, come Pompei, rientra a pieno tra gli obiettivi del recente protocollo d’intesa firmato lo scorso Gennaio tra il direttore generale del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, il procuratore generale della Repubblica di Napoli Luigi Riello, l’avvocato generale della Repubblica di Napoli Antonio Gialanella e il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso.

Attraverso questo accordo si punta a favorire la demolizione di immobili abusivi nelle aree intorno al sito archeologico. Il protocollo, in particolare, consente adesso alla Procura di accedere ai finanziamenti del parco di Pompei per procedere agli ordini di demolizione e al ripristino dei luoghi. L’abusivismo edilizio rappresenta uno scempio ambientale che, negli ultimi anni, nella città degli Scavi si è allargato a macchia d’olio. Sono impressionanti le statistiche relative agli ordini di demolizione firmati tra il 2020 e il 2022 dalla Procura della repubblica nella sola città di Pompei. L’anno passato, gli ordini di demolizione qui hanno infranto il “tetto” record dei 302 immobili già finiti nel complesso sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati.

Si continua a vigilare sulla impressionante escalation del mattone “selvaggio”

Le forze dell’ordine, nel frattempo, continuano a vigilare sulla impressionante escalation del mattone “selvaggio”. Un altro protocollo, firmato nel 2005 fra le amministrazioni dei Comuni della “zona rossa” vesuviana e la Procura di Torre Annunziata, prevede che tutti i manufatti, superiori ai 50 metri quadri debbano essere “particolarmente sorvegliati”. Leggendo ancora i dati a ritroso, nel 2019 il comando della polizia locale di Pompei formalizzò 66 denunce per presunti abusi edilizi commessi in periferia o nelle campagne cittadine confinanti con Boscoreale o Scafati. Sempre nel 2019, la polizia locale avviò le demolizioni di altri cinque manufatti abusivi.

Il nodo però riguarda tutta la provincia di Napoli, colpendo specialmente i 18 Comuni della zona rossa, tra i quali Pompei: città dove, attualmente, sono in stand-by oltre 4mila pratiche di condono. I procedimenti “in attesa di liquidazione” rappresentano la maggioranza delle pratiche. Tutte scartoffie per le quali secondo Vincenzo Ferraioli – ex dirigente comunale poi dimessosi dalla guida del Settore Urbanistico – già nel 2020 era “urgente” una presa di posizione dell’amministrazione.

Salvatore Piro

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