Nove consiglieri sui sedici in carica al Consiglio comunale di Boscoreale hanno firmato la sfiducia al sindaco Antonio Diplomatico. Finisce così, in maniera ingloriosa, una sindacatura che non lascia alcun segno nella cittadina vesuviana se non le polemiche e le lotte feroci tra opposizioni e maggioranza e quelle intestine tra gli stessi consiglieri che in questi quattro anni hanno sostenuto Diplomatico.
Ecco i “nove” che hanno mandato a casa il primo cittadino
A “buttar già” dallo scranno sindacale il primo cittadino sono state le firme di Antonio Di Somma (che è anche presidente del Consiglio) Anna Abbenante, Adriana De Falco, Emilio Branca, Michele Vaiano, Francesco D’Aquino, Carmine Sodano, Nicola Sergianni, Pasquale Di Lauro.
Maggioranza e opposizione, tutti insieme appassionatamente, hanno scritto la parola “FINE” per una sindacatura che ormai si trascinava da troppo tempo e il cui ultimo provvedimento: la realizzazione del murale, che racconta la storia del Tesoro di Boscoreale, sulla parete del Palazzo, proprio sul lato che affaccia su Piazza Pace, ha scatenato le critiche feroci di consiglieri, cittadini e Pro Loco.
E, probabilmente, sarà stato proprio il murale, realizzato per la modica spesa di quasi ventitremila euro, a far scattare la decisione. Che arriva a meno di due mesi dalle nuove consultazioni elettorali finalizzate alla scelta di un nuovo sindaco.
È questa la seconda volta nello spazio di tre sindacature che si verifica la sfiducia di un primo cittadino: la prima volta era toccata a Gennaro Langella, che venne fatto fuori da alcuni dei suoi e dall’opposizione. Allora, arrivò a Boscoreale il Prefetto Capomacchia che guidò la cittadina verso nuove elezioni. Consultazioni dalle quali venne fuori il nome di Giuseppe Balzano. Al quale poi ha fatto seguito appunto Antonio Diplomatico.
Ora, come allora, la parola passa al Prefetto che nominerà un commissario ad acta il quale assumerà la guida del paese e lo condurrà verso le consultazioni.
Ovviamente, la sfiducia a Diplomatico ha fatto saltare tutti gli accordi politici e le alleanze che si stavano tessendo. E questo, a poco meno di tre settimane dalla presentazione delle liste e delle candidature, rende la campagna ancora più incerta infuocata.
Ma, tant’è. E mentre i soliti maestri della politica ragionata e lavorata, a tavolino, partono per tessere le loro trame, il cittadino comune cerca di capire quale sarà il futuro di questa comunità che una volta era un vanto del vesuviano e che ora pare a caccia di un futuro difficile da raggiungere.
Filippo Raiola