Ischia: denunciato un 48enne ischitano nella notte del giovedì “Foriano”

Omicidio di Wu Shufen detta Angela, rinvenuta priva di vita all’interno della propria abitazione in via Attanasio a Napoli la sera del 3 aprile 2011: arrestato questa mattina C. P. di 32 anni, accusato di essere l’autore materiale dell’uccisione. C. P., all’epoca ventenne e legato da vincoli di parentela con elementi di spicco del clan di camorra Contini, è accusato di rapina pluriaggravata e concorso in omicidio volontario pluriaggravato. Per lo stesso omicidio sono già stati condannati Vincenzo Rubino e Lucio Di Roberto.

Napoli, omicidio di Wu Shufen: arrestato a dieci anni dal delitto un 32enne legato al clan Contini

Il 32enne è finito in manette in quanto destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) partenopea, ed eseguita dalla squadra mobileLa sera del 3 aprile 2011 la cittadina cinese Wu Shufen detta Angela fu rinvenuta priva di vita all’interno della propria abitazione in via Attanasio. L’appartamento si presentava completamente a soqquadro e sul cadavere della donna erano presenti numerose ferite multiple da taglio e da punta.

La successiva attività d’indagine ha consentito di accertare che la vittima era stata uccisa dopo aver ricevuto numerosi fendenti in varie parti del corpo, nel tentativo invano di opporsi alla rapina di una somma di denaro di 230 euro. Nella circostanza furono individuati quali responsabili Rubino e Di Roberto, quest’ultimo minorenne all’epoca dei fatti, entrambi successivamente condannati per questo delitto con sentenze divenute irrevocabili.

Il clima di omertà e lo spessore criminale

Gli ultimi sviluppi investigativi, che hanno preso le mosse dalle recenti dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza anche a carico di C. P. quale autore materiale in concorso con gli altri due soggetti già condannati di quell’efferato delitto.

Il coinvolgimento del suddetto, all’epoca 20enne e legato da vincoli di parentela con elementi di spicco del clan Contini, sodalizio reggente della zona “Vasto-Arenaccia”, non sarebbe mai stato svelato negli anni dagli altri indagati proprio in ragione del clima di omertà determinatosi sulla sua figura per effetto del suo spessore criminale. La misura cautelare è stata eseguita in carcere, ove l’indagato è attualmente detenuto per altri reati.

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