Pompei, escalation dell’abusivismo in città, la Procura stringe il cerchio: eseguito l’ennesimo abbattimento. Questa volta è toccato a un immobile su due piani, di oltre 400 mq e altezza di 6,62 metri, per un volume totale di oltre 1.500 mc. La palazzina abusiva, in via II Traversa Crapolla, a nord del civico numero 99, non era mai stata ultimata. Le ruspe, alla periferia di Pompei, sono entrate in azione su ordine del Tribunale di Torre Annunziata, che ha dunque nuovamente accolto le richieste della Procura oplontina sempre più impegnata nella lotta contro la piaga dell’abusivismo edilizio in un’area “sottoposta a vincoli paesaggistici-ambientali e a elevato rischio sismico” così come dichiarato dagli stessi magistrati.
Pompei, escalation dell’abusivismo in città: la Procura stringe il cerchio
L’ultimo abbattimento, a Pompei, si era avuto lo scorso 16 marzo: demoliti 3 manufatti abusivi alla II traversa di via Messigno. La tutela, la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali, che caratterizzano particolarmente l’area vesuviana, è del resto l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato nel gennaio scorso tra il direttore generale del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, il procuratore generale della Repubblica di Napoli, Luigi Riello, l’avvocato generale della Repubblica di Napoli, Antonio Gialanella, e il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso. Attraverso questo accordo si punta a favorire la demolizione di immobili abusivi nelle aree intorno al sito Unesco di Pompei.
Il protocollo, in particolare, consente alla Procura generale e a quella di Torre Annunziata di accedere ai finanziamenti del parco di Pompei per procedere agli ordini di demolizione e al contestuale ripristino dei luoghi. “Intervento – ha già sottolineato la Procura – che spesso impone un grande sforzo economico che le Procure non sono sempre in grado di sostenere, con il solo ricorso ai finanziamenti da parte dei Comuni”.
Un tempestivo e reciproco scambio di informazioni e un’attività congiunta
L’ultimo protocollo si inserisce sulla scia dei precedenti accordi già stipulati con la Procura di Torre Annunziata nel 2019 e poi nel 2021 finalizzati al contrasto, al saccheggio e al traffico di opere d’arte e di reperti archeologici depredati, attraverso un tempestivo e reciproco scambio di informazioni e un’attività congiunta di ispezione dei siti oggetto di scavo clandestino. “Ogni abuso edilizio intorno ai nostri siti è una mancata occasione di sviluppo culturale, sociale ed economico di un territorio e dunque di una comunità che ci vive” ha invece già dichiarato il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel.
Salvatore Piro