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“La politica ha permesso ai privati di lucrare sui beni culturali e ha impoverito i lavoratori con bandi al massimo ribasso, contratti fantasiosi, e stipendi molto bassi come nel caso degli Scavi di Pompei ed Ercolano”. È questa l’ultima forte accusa lanciata dai sindacati – in particolare dai Cobas Lavoro Privato – che guiderà lo sciopero indetto per oggi sabato 1 aprile per solidarizzare con circa 50 lavoratori precari dei due siti archeologici più importanti al mondo.

“La politica ha impoverito i lavoratori”: è il giorno dello sciopero per i lavoratori degli Scavi di Pompei ed Ercolano

Lo sciopero proclamato dai Cobas riguarda l’intero turno di lavoro dei dipendenti della società Opera Laboratori Fiorentini addetti ai parchi archeologici. Si tratta di circa 50 operatori, che dal duemila lavorano in regime di precarietà a dir poco estrema. La protesta è scattata dopo l’ultimo allarme occupazione lanciato dai sindacati lo scorso 14 marzo. Il “caso” Scavi, quel giorno, arrivò fino in Parlamento tramite un’interrogazione presentata al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dai due deputati 5 Stelle Caramiello e Amato.

Ad agitare i Cobas e i precari è il nuovo appalto che prevede l’affidamento a privati dei servizi di biglietteria e affini del Parco Archeologico di Ercolano. A protestare sono oggi gli addetti della Opera-Laboratori Fiorentini Spa, che gestisce i servizi aggiuntivi di molti siti archeologici italiani (dalla biglietteria elettronica fino al call center multilingue, ndr). Il bando della “discordia” di Ercolano, pubblicato a Gennaio, prevede una nuova organizzazione per i servizi di biglietteria, controllo degli accessi, call center e 5 distributori automatici per i ticket, oltre che un nuovo servizio di guide.

Il bando di gara sta per sfociare in un nuovo dramma occupazionale

Tuttavia, il servizio è affidato a una nuova azienda e il passaggio di cantiere per i lavoratori sarebbe di sole otto unità. “In particolare a Ercolano – scrivono in una nota i vertici regionali Cobas – il bando di gara sta per sfociare in un nuovo dramma occupazionale perchè prevede un ulteriore inaccettabile taglio ai salari dei lavoratori coinvolti”. Ai lavoratori dovrebbe infatti essere cambiato il contratto da commercio a multiservizi con una perdita in busta paga stimata dai Cobas in circa 200 euro.

Lo sciopero di oggi ad Ercolano sarà appoggiato anche da un folto gruppo di guide turistiche che, prevalentemente, lavorano presso gli Scavi di Pompei. Le parole d’ordine dei precari e dei sindacalisti sono “internalizzare i servizi aggiuntivi“. Anche perchè, nonostante l’aumento dei visitatori e il caro biglietti per visitare gli Scavi, il Ministero della cultura ha incassato appena il 12% dei relativi ricavi. “Tutto il resto – denunciano ora i Cobas – è andato alle aziende e alle cooperative che lavorano nei siti culturali in regime di concessione e in appalto”.

Salvatore Piro

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