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A Castellammare di Stabia l’associazione “Young Space” dona polpi a uncinetto per la “Octopus Therapy”. Sono stati consegnati al reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale “San Leonardo” i polpi a uncinetto che saranno utilizzati per la cosiddetta terapia del polipetto. La Octopus Therapy è nata nel 2013 in Danimarca e consiste nel dare ai bambini nati prematuri un polipetto fatto ad uncinetto. Con i suoi tentacoli simula il cordone ombelicale della madre e permette ai neonati di calmarsi. E affrontare con più tranquillità la difficile terapia intensiva. Si tratta di un sostegno emotivo molto forte e i bimbi li stringono durante tutta la notte.

A Castellammare arriva la “Octopus Theraphy”: i polpi ad uncinetto donati dall’associazione “Young Space”

L’iniziativa per il San Leonardo di Castellammare di Stabia è promossa dall’associazione Young Space grazie ad uno splendido atto di amore della signora Gemma. Mamma del piccolo Luca, nato a 24 settimane, aveva iniziato a creare polpi a uncinetto per aiutarlo. Purtroppo il piccolo non ce l’ha fatta ed è venuto a mancare.

Da allora Gemma si è preposta di donare ad altri bambini questi polipetti e questa sua iniziativa è stata accolta molto favorevolmente da tutto il reparto e dal Roberto Cinelli, direttore della Terapia intensiva neonatale. Era presente alla consegna anche la dottoressa Rosalba Santarpia, il segretario della Direzione sanitaria Lello Aponte, parte del direttivo dell’associazione Young Space, ovvero Gennaro De Marco, Raffaele Calabrese ed il presidente Desiderio D’Amato.

La storia della signora Gemma e il suo atto di amore

“È stata un’emozione profonda assistere al gesto compiuto dalla signora Gemma. – ha commentato D’Amato – Tale gesto di sensibilizzazione può essere di aiuto e incoraggiamento ad altre mamme. Nel suo dolore ha trovato la forza di imparare e realizzare questi polpi a uncinetto per la Octopus Therapy. Che permette ai bambini di aggrapparsi ai loro tentacoli perché ricorda ai prematuri la sensazione del cordone ombelicale all’interno dell’utero, offrendo un’occasione di conforto e vicinanza anche laddove questa è venuta a mancare”.

Michele Mercurio

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