Castellammare, Museo Archeologico

Museo Archeologico “Libero D’Orsi” di Castellammare di Stabia: al via i lavori di restauro di circa 40 affreschi. A darne notizia nelle scorse ore è stato il Parco archeologico di Pompei. Al momento il Museo stabiese, diretto da Maria Rispoli, è interessato da nuovi lavori di allestimento e riaprirà le porte al pubblico nelle prossime settimane.

Castellammare, Museo Archeologico “Libero D’Orsi”: al via i lavori di restauro di 40 affreschi

“Nell’ambito dell’ampio progetto di valorizzazione – hanno fatto sapere dal Parco – che interessa il complesso monumentale di Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia, a partire dallo scorso anno sono stati avviati i lavori di restauro di circa 40 affreschi che giacevano nelle casse ormai da più di 30 anni e che non erano stati più interessati da alcun intervento di valorizzazione dai tempi del preside D’Orsi che li recuperò durante gli scavi sulla collina di Varano.

Si tratta di decorazioni che provengono da Villa San Marco, in particolare dal portico superiore e dall’oecus 16; dall’atrio e dagli ambienti prospicienti il mare di Villa Arianna, ma anche da Villa del Pastore. Queste meravigliose immagini confluiranno nell’ampliamento del Museo archeologico di Stabiae, per cui sono in corso i lavori di allestimento. I restauri sono ad opera di Diana Eleonora Maria Spada Conservazione e restauro opere d’arte”.

Un concept innovativo interesserà i depositi

Dal 6 marzo scorso, gli ambienti del reale palazzo destinati a museo e depositi dei numerosi reperti provenienti dalle ville del territorio stabiese, sono chiusi al pubblico per interventi di ampliamento e valorizzazione.

Un concept innovativo interesserà i depositi, al fine di renderli sempre più non solo luoghi di conservazione ma anche di fruizione e ricerca, mentre il percorso di visita museale sarà arricchito di ulteriori reperti, approfondimenti e strumenti multimediali. Previsto nel nuovo allestimento anche uno spazio per il Doriforo di Stabia, la statua di eccezionale qualità oggi al Minneapolis Institute of Art (Usa) dopo una lunga e travagliata vicenda, ma recentemente oggetto di una richiesta di restituzione da parte dell’Italia, dato che la provenienza stabiese sembra accertata.

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