La tradizione pastaia a Torre Annunziata ha origine antiche. Il tutto ebbe inizio verso la metà del XVI secolo, quando la famiglia D’Alagno vendette il feudo di Torre Annunziata al Conte di Sarno, Muzio Tuttavilla. Il Conte, avendo constatato che la città di Napoli era sprovvista di mulini (vi erano solo quelli di Castellammare di Stabia, Gragnano, Scafati e pochi altri lungo la Costiera Amalfitana), decise di crearne una serie proprio a Torre Annunziata.
Essendo la cittadina oplontina più vicina a Napoli, sarebbe stato di certo più facile trasportare ed offrire ai Napoletani la farina ad un prezzo vantaggioso. L’iniziativa ebbe grande successo. Le tante opere idriche realizzate al fine di alimentare i mulini diede la spinta definitiva alla riuscita dell’impresa e Torre divenne la capitale dei mulini.
La nascita dei primi pastifici oltre 170 anni fa
Intorno al 1850, grazie alla disponibilità della semola di grano duro nacquero i primi Pastifici ovviamente dotati di macchinari molto semplici. Ci si rese presto conto che il clima mite della zona, l’assenza di correnti di aria fredde, il mare di fronte e il Vesuvio alle spalle che funzionavano da volano termico, rendevano particolarmente facile il processo di essiccazione “all’aria” della pasta. Una città invasa dalla pasta: le tipiche canne di bambù che sorreggevano il prodotto finito posto ad essiccare erano disposte lungo le strade e nei cortili.
Un successo a valanga caratterizzò lo sviluppo di questa nuova attività potendosi contare dopo circa un secolo più di centoventi tra molini e pastifici.
La Pasta di Torre Annunziata o meglio la “Pasta di Napoli” fu quindi conosciuta in tutto il mondo. Purtroppo tale ascesa si interruppe quando i grandi gruppi industriali arrivarono sul mercato con prodotti più competitivi dal punto di vista economico, anche se qualitativamente diversi.
Le piccole organizzazioni artigianali che operavano a Torre Annunziata, le quali non ebbero l’abilità di sapersi velocemente adeguare ai tempi, subirono le conseguenze del modo che cambiava. Comparve la disoccupazione e la situazione sociale divenne molto tesa, al punto da indurre i pochi Pastifici rimasti a trasferirsi in zone relativamente più tranquille.
Il Pastificio Setaro, l’ultima azienda storica oplontina
Ormai, e già da tempo, a Torre Annunziata esiste un’unica azienda superstite depositaria della grande tradizione dell’arte bianca torrese: stiamo parlando del Pastificio Setaro. La storica azienda al servizio del gusto e della qualità, che finora ha potuto sopravvivere grazie anche ad un collaudato sistema di conduzione familiare ed alla sua scelta clientela di “intenditori”, nel 2019 ha compiuto 80 anni di attività.
Il Pastificio Setaro produce ancora pasta con sistemi artigianali nel rispetto della natura e della tradizione. Le semole di grano duro selezionate, l’acqua di fonte purissima, le datate, efficienti e straordinarie trafile in bronzo, tali da ottenere paste ruvide che invitano a nozze i sughi più disparati, il processo di essiccazione della pasta a bassa temperatura e particolarmente lento (da 24 a 120 ore a seconda del formato), il clima ad hoc di Torre Annunziata, la conoscenza dell’arte bianca tramandata per ben tre generazioni dalla famiglia Setaro rendendo unico sia il gusto che la qualità della pasta prodotta. Dal 1939 la famiglia Setaro, infatti, si dedica con passione a questa attività.
E proprio 84 anni fa, nel 1939 il signor Nunziato Setaro fondò come azienda familiare la superstite fabbrica torrese che si è specializzata nella produzione di pasta alimentare essiccata per lungo tempo a bassa temperatura. Il Pastificio opera in uno stabile ottocentesco di tre piani nel centro storico di Torre Annunziata, antica capitale dell’arte bianca. Circa 90 i formati prodotti perché ogni giorno sia un’occasione unica da festeggiare con fantasia.