Aveva compiuto 11 anni il 21 marzo scorso Pasquale V., il piccolo di Scafati deceduto ieri all’ospedale “Santobono” di Napoli. L’incidente casalingo che lo ha portato alla morte era stato provocato da un ritorno di fiamma dell’alcol utilizzato per alimentare il fuoco di un camino. La tragedia il 5 aprile scorso. Subito dopo la corsa al pronto soccorso dell’ospedale di Scafati con il corpo martoriato dalle fiamme che avevano aggredito e divorato i suoi vestiti, le condizioni subito apparse gravissime con ustioni sull’80% del corpo.
Presso l’ospedale pediatrico napoletano, dove era stato subito trasferito in codice rosso dopo essere stato stabilizzato e idratato presso il “Mauro Scarlato” di Scafati, è rimasto ricoverato 10 giorni. Periodo in cui familiari, compagni di classe e un’intera comunità cittadina non hanno mai smesso di sperare cha quel giovane ragazzo, alto e biondo, potesse farcela e ritornare all’amore di quanti gli volevano bene.
Dieci giorni di lotta per sopravvivere, poi uno choc settico e la morte
Le condizioni del ragazzino erano apparse subito critiche. Pasquale era stato sedato, tenuto in coma farmacologico e costantemente monitorato nel corso del ricovero nel reparto di Terapia intensiva. Nei 10 giorni in cui ha lottato per rimanere attaccato alla vita era stato anche sottoposto a una serie di interventi chirurgici, terapie infusive e massicce cure a base di antibiotici. Erano state avviate anche le procedure per la coltivazione e trapianto di cute omologa e procurato una cute sostitutiva da cadavere e sintetica al fine di aiutare a scongiurare rischi di infezioni, facilitare e accelerare allo stesso tempo i processi riparativi naturali dei tessuti ustionati.
Il quadro clinico del ragazzo, negli ultimi giorni, sembrava migliorare abbinando alla speranza un cauto ottimismo. Poi la crisi improvvisa con un forte peggioramento del quadro clinico, si è parlato di uno choc settico, che non gli ha lasciato scampo.
Alla fine il suo cuore non ce l’ha fatta
Lo choc settico è una grave manifestazione della sepsi, ovvero una sindrome potenzialmente letale caratterizzata da un diffuso malfunzionamento di più organi contemporaneamente. Questa alterazione è dovuta a una eccessiva e sregolata risposta infiammatoria dell’organismo nei confronti di agenti infettivi esterni, principalmente batteri.
Alla fine il suo cuore non ce l’ha fatta e nonostante l’intervento dei rianimatori è arrivata inesorabile la morte. Nonostante la speranza, mai abbandonata, i familiari sapevano che la situazione era veramente critica, come del resto avevano certificato i medici del Santobono e prima di loro quelli dell’ospedale di Scafati, dove Pasquale era stato trasportato intorno alle 19 di quello stesso 5 aprile.
A ritrovarlo il padre, poi la corsa in auto allo Scarlato
Il padre lo aveva trovato bruciato dalle fiamme vicino al camino e immediatamente trasportato in auto all’ospedale scafatese. Con il piccolo c’erano, oltre a suo padre, fino a qualche anno fa titolare di un’attività di ristorazione, anche la mamma e la sorellina, di qualche anno più piccola. Pasquale era il primo di tre figli.
Le ustioni erano su tutto il corpo, dalla testa ai piedi, proprio perché a bruciare la pelle del ragazzino erano stati gli indumenti che indossava che a loro volta erano stati aggrediti dalle fiamme. In casi di ustioni gravi le condizioni, generalmente, peggiorano progressivamente nei giorni successivi compromettendo spesso l’equilibrio del paziente, proprio, purtroppo come è successo a Pasquale.
La testimonianza di uno dei soccorritori
Uno dei primi rianimatori che lo ha soccorso presso il nosocomio scafatese ha riferito: “Il bambino era ancora vigile e cosciente quando è arrivato, ma le sue condizioni erano molto gravi. Abbiamo subito allertato un’ambulanza per consentirne il tempestivo trasferimento al Santobono di Napoli. Nel frattempo, abbiamo cercato di stabilizzarlo, di reidratarlo attraverso una vena periferica. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare. Nell’arco di circa dieci minuti è arrivata l’ambulanza che lo ha trasferito a Napoli”.
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Frequentava la prima media, a indirizzo musicale e suonava il sax
Pasquale è ricordato come un ragazzo vivace e intelligente, un alunno responsabile, maturo e diligente. Frequentava la prima media presso l’Istituto Comprensivo “Tommaso Anardi”, plesso di via della Resistenza a Scafati.
Il dirigente scolastico Guglielmo Formisano a parlato a nome di tutta la comunità scolastica che in queste ore è sconvolta dalla tragica perdita: “Speravamo tutti che Pasquale riuscisse a farcela. E abbiamo pregato per lui in questi giorni. Una tragedia che ci ha lasciati senza parole. La scuola è vicina al dolore dei familiari e di tutti quelli che gli volevano bene”.
Nel pomeriggio di oggi, 14 aprile, alle 16, saranno celebrati i funerali nella chiesa di San Vincenzo, in via Aquino.