Il business della droga a Castellammare di Stabia? È totalmente gestito dal clan D’Alessandro, che smista cocaina e marijuana ai capi delle singole piazze di spaccio, pretendendo anche una percentuale sui guadagni. È il particolare emerso durante il processo Domino, che vede alla sbarra il gotha della cosca scanzanese.
Castellammare, processo “Domino”: così il clan D’Alessandro regna sulla droga in città
Secondo le indagini effettuate dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, i D’Alessandro imporrebbero le forniture e una percentuale sui guadagni a tutte le piazze di spaccio della città. In particolare, i due principali mercati della droga a Castellammare si troverebbero al rione Savorito (sotto la gestione del clan Imparato, meglio conosciuti come “i paglialoni”) e tra i vicoli del centro antico, dove a gestire il business sarebbero i Vitale.
I rapporti tra i boss di Scanzano e le piazze di spaccio
Secondo i magistrati, a guidare la cosca in passato (prima che fossero scarcerati i capi storici della famiglia D’Alessandro) sarebbero stati Sergio Mosca e Antonio Rossetti, entrambi in carcere e condannati a 13 anni in Appello. Tuttavia a gestire i rapporti tra i boss di Scanzano e le piazze di spaccio della città sarebbero stati prima Ciro Vitale (alias cirillone, anch’egli detenuto) e quindi Antonio Longobardi (alias ‘ciccillo) che si occupavano di mettere materialmente la droga a disposizione dei pusher e, in un secondo momento, di riscuotere i crediti.