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Con la sentenza della I sezione il Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato dall’ex sindaco di Castellammare di Stabia Gaetano Cimmino e da 18 amministratori, tra assessori e consiglieri comunali, che avevano contestato lo scioglimento del consiglio comunale. “L’impressione d’assieme di un Comune fortemente esposto all’illegalità – scrivono i giudici – e al condizionamento criminale, alla luce della applicazione del ridetto criterio del ‘più probabile che non’, il quale sorregge il giudizio di inferenza posto in essere dall’amministrazione. Lo scioglimento del consiglio comunale ha funzione preventiva ed anticipatoria e non sanzionatoria”.

Castellammare, respinto il ricorso contro lo scioglimento: “Funzione preventiva, più probabile che non”

Con la sentenza della I sezione il Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato dall’ex sindaco di Castellammare di Stabia Gaetano Cimmino e da 18 amministratori, tra assessori e consiglieri comunali, che avevano contestato lo scioglimento del consiglio comunale. Secondo il Tar, l’amministrazione guidata da Cimmino esprimeva un “pericolo di soggezione alla criminalità organizzata”, il che implica un potenziale “condizionamento” da parte della mafia.

Sebbene non vi siano responsabilità penali per gli ex amministratori, lo scioglimento del Comune per camorra è un provvedimento “preventivo”, secondo il Tar. La Prefettura e il ministero dell’Interno hanno un “ampio margine di discrezionalità nella ponderazione degli elementi indiziari, circa i collegamenti diretti e indiretti”. In altre parole, hanno il diritto di agire in modo proattivo per prevenire il coinvolgimento della mafia nell’amministrazione comunale.

“Agire in modo deciso contro la mafia e di prevenire il suo coinvolgimento”

La decisione del Tar sottolinea la necessità di agire in modo deciso contro la mafia e di prevenire il suo coinvolgimento nelle istituzioni locali. Inoltre, il Tar ha sottolineato che lo scioglimento del consiglio comunale è un provvedimento “preventivo”, il che significa che non è necessario che vi sia una prova diretta di coinvolgimento della mafia nell’amministrazione comunale per giustificare tale azione.

Questa decisione rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata e dimostra l’impegno delle autorità locali e nazionali nel prevenire il suo coinvolgimento nelle istituzioni pubbliche.

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