“Uomini forti, destini forti. Uomini deboli, destini deboli. Non c’è altra strada”. E mai come oggi questa simbolica citazione di Spalletti può essere più attuale. Oggi il Napoli è chiamato alla partita della vita, a ribaltare un risultato più che mai aperto, ad entrare nella storia del calcio ancora una volta.
Al Maradona c’è il Milan per un posto in semifinale di Champions
Stasera c’è il Milan al Maradona: 90 minuti più gli eventuali supplementari e rigori per distinguere gli uomini con i veri attributi da quelli che si tirano indietro, 90 minuti che possono portare il Napoli in semifinale di Champions League.
Il Napoli ha il destino nelle sue mani: solo con una grande prova può ribaltare l’1-0 di San Siro. E, se gli azzurri sono chiamati a dare spettacolo, d’altro canto siamo certi che lo stadio sarà una bolgia.
Stasera il Maradona si tingerà d’azzurro
Per trascinare i ragazzi alla vittoria, entrambe le curve hanno deciso di preparare una scenografia per l’occasione, indubbiamente seguita da canti fino allo sfinimento. Bandiere, striscioni e musica: stasera il Maradona si tingerà d’azzurro. Starà al Napoli rispondere sul campo per rendere omaggio ad ogni singolo tifoso che stasera varcherà il tornello.
A Napoli si respirano fortissime emozioni alternate ad un naturale pizzico di paura: tutti sono lì con l’orologio ad aspettare le 21:00, l’ora X, in cui tutti i cuori azzurri si sintonizzeranno su Canale 5.
“L’uomo mascherato”: il ritorno. Ma bisogna giocare bene, da squadra
Ma tutti ci credono: con il ritorno di Osimhen questo Napoli può far seriamente male al Milan. E poi Spalletti, durante questa settimana, ha preparato i suoi alla guerra: nulla è impossibile, lo sanno bene gli azzurri.
Segnare nei primi 10-15 minuti potrebbe dare ai partenopei un vantaggio significativo: il tempo di far vedere l’Inferno al Diavolo per poi affondare il 2-0 e mettere le ali. Ma è ovvio, non è assolutamente scontato: serviranno tenacia, grinta e attributi per passare il turno. Servirà quell’arma in più chiamata mentalità, l’unica che davvero ti fa vincere le partite.
E poi bisogna giocare bene, come fatto anche all’andata: con qualche errore in meno e pensando più a se stessi che all’avversario, la partita si può vincere in scioltezza. Con cattiveria, con i denti digrignati.
In campo con le alternative obbligate
Per Spalletti solito 4-3-3, senza gli squalificati Kim e Anguissa: fra i pali c’è Meret, in difesa ballottaggio per la fascia sinistra vinto da Mario Rui, con lui Rrahmani, Di Lorenzo e Juan Jesus, chiamato a raccogliere l’eredità di Kim. A centrocampo spazio a Lobotka e Zielinski, quest’ultimo molto chiacchierato per un vocale inviato a Carlo Alvino in cui dice che a parlare sarà il campo, non i giornali. E poi Ndombele al posto di Anguissa. In attacco Politano favorito su Lozano, Kvaratskhelia e, finalmente, Osimhen.
Il 4-2-3-1 per il Milan: in porta Maignan, protagonista indiscusso del match d’andata a suon di parate pazzesche. In difesa Calabria, Kjaer, Tomori e Theo Hernandez, quest’ultimo tristemente bersagliato da insulti e minacce da parte di alcuni tifosi azzurri. In mediana confermati Tonali e Krunic. Sulla trequarti i soliti Brahim Diaz e Leao insieme a Bennacer, autore del gol che per il momento decide il doppio scontro. Prima punta Olivier Giroud.
Giuseppe Garofalo