Sedici persone sono state poste in stato di custodia cautelare in carcere, tra cui il sindaco di Melito, e due ai domiciliari, in seguito alle indagini della Dia di Napoli sulle attività della camorra nel Comune della cintura nord del Napoletano. La decisione del gip partenopeo si riferisce a reati quali lo scambio elettorale politico-mafioso, attentati ai diritti politici dei cittadini, associazione a delinquere di tipo mafioso, corruzione, tentata estorsione e concorso esterno in associazione mafiosa.
Tra coloro ai quali è stata emessa la misura cautelare ci sono il sindaco di Melito, Luciano Mottola, il presidente del consiglio comunale, due consiglieri comunali, il coordinatore per Melito dell’azienda incaricata del servizio di igiene urbana e il padre di un consigliere comunale che si era candidato a sindaco alle elezioni dell’ottobre 2021.
Terremoto a Melito, arrestato anche il sindaco Luciano Mottola: “Scambio elettorale politico-mafioso”
Il provvedimento è il risultato delle indagini sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’amministrazione del Comune di 38mila abitanti. Il gip ha accolto la ricostruzione degli inquirenti sulla presenza di un accordo, già per il primo turno delle elezioni del 3 e 4 ottobre 2021, tra esponenti del clan Amato – Pagano e alcuni rappresentanti della coalizione a sostegno del candidato sindaco Nunzio Marrone (non indagato).
Questi ultimi avrebbero accettato la promessa di procurare alla coalizione e allo stesso candidato sindaco i voti degli appartenenti al clan, di personaggi a questo legati e dei residenti del rione popolare su cui venivano esercitate pressioni e intimidazioni, in cambio di denaro e altre utilità e favori, compresa la candidatura a consigliere comunale di persone di riferimento del clan.
Una candidata costretta, con minacce, ad allontanarsi dall’abitazione
In questa fase sarebbe stato persino impedito l’esercizio dei diritti politici di una candidata al consiglio comunale costretta, con minacce, ad allontanarsi dall’abitazione o a chiudere il proprio esercizio commerciale, per svolgere campagna elettorale non per sé stessa ma per un candidato dell’opposta coalizione gradito al clan. I rappresentanti della coalizione a sostegno di Mottola, in vista del ballottaggio, hanno chiesto sostegno agli esponenti del clan per il proprio candidato.
Al primo turno, infatti, il progetto era stato accantonato perché l’accordo era a favore della coalizione avversa guidata da Marrone. Esponenti della coalizione a sostegno di Mottola, quindi, hanno accettato la promessa, da parte del referente di zona del clan Amato – Pagano ucciso il 23 gennaio scorso in un agguato, di procurare voti per il ballottaggio, utilizzando minacce, denaro o promesse di posti di lavoro.
Durante le indagini sono emersi anche episodi di compravendita di voti di consiglieri comunali in occasione delle elezioni (di secondo livello) per gli organi della Città metropolitana del 13 marzo 2022. Inoltre, sono stati individuati gravi indizi su alcuni episodi estorsivi da parte di affiliati al clan.