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La città di Portici fa da sfondo ai funerali dell’amato Federico Salvatore

Stamattina, 20 aprile intorno a mezzogiorno, si sono tenuti i funerali del cantautore nella chiesa di San Ciro sita nell’omonima piazza a Portici, dove Federico Salvatore viveva ormai da anni.

Tantissimi sono i nomi conosciuti che hanno partecipato per salutare il caro amico, tra i quali Biagio Izzo, Ciro Cerruti, Peppe Iodice e Alan De Luca: immensa la folla di chi ci ha tenuto ad accompagnarlo per l’ultima volta.

Anche il sindaco della città, Enzo Cuomo, è salito sull’altare dedicandogli un saluto. In un post pubblicato sul suo profilo Facebook, Cuomo scrive così: “Ci incontravamo in strada, al viale Leonardo da Vinci dove abitava e non perdeva mai occasione per una battuta, un momento di satira. Mi aveva confessato più volte che il suo grande cruccio era quello di non aver potuto, in passato, esibirsi nella sua città di adozione come avrebbe voluto. Poi, ci siamo parlati ed alla fine siamo riusciti a mettere in piedi una serata che tanti di voi ricorderanno”.

Cantautore e cabarettista napoletano, Federico Salvatore era arrivato al successo negli anni ’90, grazie al Maurizio Costanzo Show e contemporaneamente con la sua “Azz” che gli fece conquistare due dischi di platino.

Soltanto più avanti nella sua carriera, in particolare agli inizi degli anni 2000, si dedicò a temi impegnati raccontando problemi sociali, di politica e della sua Napoli.

L’album “L’osceno del villaggio” vanta testi come “C’era nel vicolo” dove cita personaggi come Bassolino, Berlusconi, Andreotti e Vanzina e “Se io fossi San Gennaro” in cui elogia e al tempo stesso critica la sua città come in una versione tutta napoletana di un “odi et amo” di Catullo.

Ancora memorabile e molto attuale è “Incidente al vomero” dove imposta un dibattito tra un “vomerese” figlio di papà e un “senzatetto” di periferia senza nessun tipo di filtro.

Ecco proprio che, ciò che contraddistinguevano il cantautore scomparso, erano schiettezza ed ironia senza paura alcuna: come cantava Federico, infatti, “alla fine del mio viaggio chiedo a Napoli perdono se ho cercato con coraggio di restare come sono”.

Simona De Angelis

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