Il Gazzettino vesuviano | IGV

Napoli: un furto finito in omicidio, ma Stefania nega. De Carpio: “Vogliamo giustizia”

Un cavo stretto al collo, segni di violenza e bruciatura sul corpo: è stata ritrovata così Rosa Gigante, 73 anni, uccisa nella sua abitazione nel quartiere Pianura a Napoli. Le bruciature sono state causate dal tentativo di dare fuoco al corpo della vittima, per disfarsi del cadavere. La vittima, madre del salumiere tiktoker Donato De Caprio, è stata ammazzata nel pomeriggio di martedì scorso.

Stefania Russolillo in cura in un centro di igiene mentale

Già in serata la polizia ha fermato una vicina di casa della donna, Stefania Russolillo, 46 anni, con l’accusa di omicidio, in cura in un centro di igiene mentale per sindrome ansioso-depressiva. La donna, detenuta al momento in stato di fermo nel carcere femminile di Pozzuoli, e difesa dall’avvocato Raffaello Scelsi, è in attesa dell’interrogatorio di garanzia da parte del gip che dovrà decidere se convalidare l’arresto o meno.

Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Squadra mobile della questura di Napoli, diretta da Alfredo Fabbrocini, Russolillo rimproverava alla 73enne di averle sottratto la posta in più di una occasione. Liti tra vicine di casa, culminate, ieri, nella morte di Rosa Gigante.

Ho fatto un guaio, ho ucciso la signora Rosa e l’ho bruciata“. Stefania avrebbe confidato l’orrore al suo compagno, che prima si sarebbe precipitato nell’appartamento della 73enne, trovandola riversa sul pavimento, senza vita e con gli abiti bruciacchiati. A quel punto avrebbe deciso di chiamare la Polizia, e raccontare quanto accaduto. Poi, però, trasferita in Questura negli uffici della Squadra Mobile e alla presenza del pm Maurizio De Marco, Stefania avrebbe cambiato versione: “Non ho mai detto al mio compagno di aver fatto quella cosa, non ho ucciso io la signora e tanto meno dato fuoco ai suoi vestiti”. Due versioni opposte e contrastanti.

Parziali ammissioni dalla presunta assassina

Stefania Russolillo, secondo quanto riferito dagli inquirenti, avrebbe comunque fatto “parziali ammissioni” su quanto accaduto e ha risposto con dei “non ricordo” alle domande cruciali degli investigatori.

Una versione che, però, il difensore della donna, smentisce: “La mia assistita è molto provata, non ha fatto parziali ammissioni, ma solo una ricostruzione di quello che ricorda”. Ricostruzioni che ora sono al vaglio degli inquirenti che dovranno lavorare per accertare come sono andate le cose.

Russolillo è stata individuata dalla polizia, dopo aver ascoltato i vicini di casa che erano presenti nel palazzo al momento dell’omicidio.

Chiusa per lutto la salumeria alla Pignasecca di Donato De Caprio

Intanto la salumeria di Donato De Caprio, oggi, è rimasta chiusa per lutto. All’esterno del negozio un cartello spiega che si riaprirà oggi, giovedì 20, a partire dalle 8.30. De Caprio, 3milioni di follower su TikTok, è diventato famoso per l’espressione ‘Con mollica o senza?‘ che dà il nome alla sua attività commerciale. Una domanda che – di norma – viene rivolta ai clienti quando gli chiedono la ‘marenna’ (‘merenda’ dal dialetto napoletano, ma che indica, più che lo spuntino di metà mattinata o pomeriggio, il pasto dei lavoratori, soprattutto operai): un panino farcito con salumi, formaggio, a scelta un contorno.

Le ipotesi degli avvocati e la richiesta di giustizia dei figli di Rosa

“Potrebbe non avere agito da sola, Stefania Russolillo”. A sollevare il dubbio è l’avvocato Hilarry Sedu, legale della famiglia della vittima, che spiega: “non escludiamo che la donna sia salita a casa della vittima per compiere un furto, pensando che la povera Rosa custodisse i frutti del successo del figlio”.

Il professionista riferisce anche informazioni acquisite da un testimone che avrebbe sentito il figlio minorenne dell’indagata fare riferimento a un’altra persona che avrebbe utilizzato il liquido infiammabile usato per tentare di fuoco al corpo della 72enne. Per Sedu, quindi, “ci sono tanti punti da chiarire e tanti interrogativi che attendono una risposta.

I figli di Rosa sono tutti sotto choc e chiedono giustizia, vogliono sapere la verità sull’accaduto”, conclude l’avvocato, che annuncia di voler nominare un consulente di parte per l’autopsia.

Il corpo dell’anziana è stato trovato supino, con segni di violenza e parzialmente bruciato. Inoltre aveva un laccio all’altezza del collo. “Al momento – ha detto il dirigente della Squadra Mobile Alfredo Fabbrocini – non sono note le causa del decesso, dobbiamo aspettare l’autopsia”. Per quanto riguarda l’indagata, Fabbrocini ha confermato che ha fatto solo parziali ammissioni e che la sua individuazione è stata possibile grazie alle testimonianze di altre persone presenti nel palazzo. “Le bruciature – ha aggiunto Fabbrocini – sono state causate da un principio di incendio, innescato con un liquido infiammabile”. Importanti prove arriveranno dall’autopsia che sarà eseguita su disposizione della Procura di Napoli dopo il conferimento degli incarichi ai consulenti.

“Ci sono tanti punti da chiarire e tanti interrogativi che attendono una risposta – ha sottolineato l’avvocato Sedu – i figli della vittima sono tutti sotto choc e chiedono giustizia, vogliono sapere la verità sull’accaduto”. Lapidario il commento dell’avvocato Raffaello Scelsi, che difende la Russolillo: “Lasciamo le indagini agli inquirenti e attendiamo lo sviluppo della vicenda”.

Exit mobile version