Vittoria aveva appena 18 mesi quando suo padre Salvatore Parolisi uccise sua madre Melania Rea con 32 coltellate, mentre la bambina si trovava nel seggiolone dell’auto. Era il 18 aprile 2011 e quella mattina di primavera segnò per sempre la vita della piccola Vittoria, che rimase senza madre e padre, e fu affidata ai nonni materni e allo zio Michele Rea per essere cresciuta da loro. Oggi Vittoria ha tredici anni e ha cambiato il suo cognome da Parolisi a Rea, dopo aver ottenuto la patria potestà. Nel 2020, ha finalmente ottenuto di poter portare il cognome della madre per sempre, per onorare la memoria di Melania e cancellare definitivamente il cognome del padre assassino.
La storia di Vittoria, la figlia di Melania: “Ha cancellato il padre assassino e cambiato il cognome da Parolisi a Rea”
Vittoria vive con i nonni materni a Somma Vesuviana, il Comune natale di Melania. Qui, ormai quasi due anni fa, è arrivato il figlio dello zio Michele, tanto atteso dalla famiglia. Vittoria lo considera come un fratello maggiore e insieme stanno crescendo in una famiglia che le offre tanto amore e serenità. La ragazza è determinata e forte, e porta con orgoglio il nome Vittoria e il cognome Rea.
A dodici anni dalla morte di Melania, lo zio Gennaro ha voluto dedicarle un ricordo commovente su Facebook. In questo giorno di ricordo, la famiglia ripercorre le emozioni e i momenti di speranza e disperazione che hanno seguito la scomparsa della loro amata Melania. Nonostante il dolore non diminuisca mai, la famiglia si sente protetta dalla loro angelica Melania, e si impegna a offrire ad Vittoria una vita serena e felice.
La giustizia ha condannato Salvatore Parolisi a venti anni di carcere
La giustizia ha condannato Salvatore Parolisi a venti anni di carcere per l’omicidio di Melania, e la bambina non ha più alcun contatto con lui, poiché il Tribunale per i minori di Napoli ha dichiarato il padre “decaduto dalla civile responsabilità genitoriale sulla figlia” nel 2017. La decisione è stata presa a causa delle modalità estremamente positive dell’affido della bambina ai nonni materni e allo zio, e anche a causa della gravità dei comportamenti del padre. La bambina non avrà mai più rapporti con il padre assassino.