“Ok Google, dov’è lo Scudetto?” – “Sta prendendo l’uscita dell’autostrada Napoli“. Cinque anni dopo, il Napoli torna all’Allianz Stadium, batte la Juve 0-1, e lo fa ancora allo scadere. Decide Jack Raspadori, l’uomo che non ti aspetti, l’uomo dell’ultimo minuto.
E questa certezza matematica potrebbe arrivare fra una settimana.
Il prossimo turno per lo Scudetto
Sabato il Napoli sarà in campo contro la Salernitana, il giorno dopo la Lazio a San Siro contro l’Inter: se gli azzurri dovessero vincere e i biancocelesti no, il tricolore tornerebbe dove merita di stare con ben 6 giornate di anticipo.
Domenica 30 aprile 2023, intorno alle ore 14:30. Appuntatevi bene questa data, perchè potrebbe essere proprio quella che i napoletani hanno atteso 33 anni.
In quella che sembrava una partita contro il Milan in maglia bianconera, alla fine Raspadori, da subentrato e con pochissime aspettative, trafigge Szczesny e regala una gioia immensa a Napoli, che ha vinto un suo Scudetto a parte battendo la Juve andata e ritorno.
Il catenaccio bianconero non basta e il Napoli vince allo scadere
Il Napoli gioca a pallone, lo fa bene, come sa fare, ma sbatte contro l’ennesima squadra che si chiude a guscio nella propria metà campo, quella che negli anni ha vinto Scudetti su Scudetti giocando così.
Tanti falli, tantissimo gioco sporco, l’intenzione dei bianconeri è quella di giocare con il cronometro e spezzettare il più possibile le trame azzurre. Gioco di gran lunga somigliante a quello del Milan nello scontro europeo.
Ma c’è un fattore che salva la pelle agli azzurri: la Juve non ha il Leao di turno, non può strappare in contropiede, e di fatto a giocare è solo il Napoli. Come direbbe il famoso influencer-pizzaiolo Errico Porzio, “pur’ ‘nu contropiede s’adda sapè ‘ffa!”
Partita sporca, in campo nervosismo e “cascatori”
La partita è abbastanza tesa sin dai primi minuti. Neanche a dirlo, è sempre il solito Cuadrado ad accendere il fuoco, reclamando falli inesistenti e protestando con veemenza per qualsiasi cosa. Il famoso stile Juve.
Nel primo tempo occasioni davvero degne di nota se ne vedono poche: la più ghiotta capita a Lozano, che può servire un Kvaratskhelia completamente smarcato, invece preferisce gettarsi nella mischia per poi calciare in pieno sui difensori.
Intanto i 2000 tifosi partenopei arrivati fino a Torino fanno sentire fortemente la propria presenza, mettendo in ombra il tifo bianconero: sembra di giocare al Maradona. Bandiere, cori e striscioni popolano quell’angolino che si colora di azzurro, si colora di gioia e di passione verso il grande traguardo.
Ci prova diverse volte Kvaratskhelia, che però non riesce ad angolare bene la conclusione, ci prova anche Osimhen, la cui partita è in crescendo. Il nigeriano scheggia anche un palo dopo una deviazione bianconera.
Tanto Napoli, che a volte spreca, a volte si ritrova contro una difesa fin troppo massiccia. Eppure a segnare è la Juve: ripartenza guidata dal neo-entrato Di Maria, che scatta sul filo del fuorigioco e vola verso la porta di Meret per poi spiazzarlo.
L’azione viene però controllata a lungo dal VAR, per un presunto fallo di Milik prima dell’inizio del contropiede bianconero. Fabbri alla fine decide di andare a rivedere il contatto e opta per l’annullamento del gol. Sospirone di sollievo in casa Napoli a 10 minuti dalla fine.
La Juve non si perde d’animo e segna ancora con altri due nuovi entrati: Chiesa si inventa una grande giocata per Vlahovic, che a porta quasi completamente sguarnita deposita in rete. Tutto bello, ma il numero 7 juventino si era evidentemente trascinato la palla fuori. Altro gol annullato.
E poi arriva il recupero: 6 minuti, additional time molto sostanzioso viste le continue interruzioni del gioco. Al terzo giro di lancette, arriva la gioia.
Si sa, per il Napoli battere la Juve è sempre qualcosa di speciale: è un qualcosa in più. E farlo così è dannatamente bello.
Cinque anni fa la vittoria era identica a questa, la settimana dopo lo Scudetto venne perso in albergo.
Questo però, ormai il Napoli non lo può perdere più: sarà una lunga settimana. Una settimana che porterà al verdetto finale. E lì si vedrà se gli azzurri potranno banchettare già da domenica con gli dei del calcio o aspettare ancora…
Giuseppe Garofalo