Pompei, presentata la II edizione di

Passione per il teatro, creatività, condivisione e cultura come strumento emblematico di dialogo. Stavolta, lo sguardo su quello che il patrimonio può dare viene proiettato sui giovani, mettendo in contatto questi ultimi non solo con la cultura, ma con quella parte di se stessi che è in grado di entrare in dialogo con la storia, il bello e quindi il senso dell’uomo.

Pompei, presentata la II edizione di “Sogno di Volare”: “Il patrimonio culturale nelle mani dei ragazzi”

Il Parco Archeologico di Pompei grazie al direttore Gabriel Zuchtriegel apre nuovamente le proprie porte al progetto “Sogno di Volare” con le scuole del territorio, il Liceo E. Pascal di Pompei, l’Istituto Superiore E. Pantaleo di Torre del Greco, il Liceo G. de Chirico di Torre Annunziata e l’Istituto Superiore R. Elia di Castellammare di Stabia, attraverso un’esperienza che ha lo scopo di dimostrare con i fatti cosa ci può fornire la cultura.

Gabriel Zuchtriegel, con Maria Rispoli e tutto il Parco archeologico, ha acceso questa scintilla già un anno fa immaginando tutto questo e riscuotendo poi il successo adeguato a espandere il progetto ad una seconda edizione. I ragazzi saranno guidati dalla regia esperta di Marco Martinelli, drammaturgo e regista teatrale italiano. “Una grande impresa collettiva”, spiega Martinelli, “una vera e propria ‘relazione’ viva tra il Parco Archeologico e tutto il territorio circostante. Lo strumento per creare questa ‘relazione’ non è altro che il teatro, con protagonisti i ragazzi, accompagnati dai versi di Aristofane, a cui dobbiamo la grandezza e l’eccellenza di questo, rendendolo non un semplice saggio scolastico, ma un vero e proprio teatro”.

La drammaturgia di Aristofane, grande padre della comicità

I ragazzi, infatti, si troveranno difronte ad una sfida dovendosi confrontare con linguaggi artistici alti: la drammaturgia di Aristofane, grande padre della comicità. “Questo progetto è il primo sulla drammaturgia di Aristofane nell’intero teatro italiano, mai stato fatto prima”, ci tiene a precisare Martinelli. “Acarnesi” è un titolo che può intimidire, ma tutto si basa su questa prima commedia di Aristofane. Gli acarnesi cittadini dall’antico quartiere atenese Acarne, erano partigiani furiosi pronti a difendere la patria dalle guerre, in particolare la guerra del Peloponneso, da qui il titolo “Acarnesi Stop the War!”.

Una grido contro la guerra fatto nel V secolo a.C. ossia 2500 anni fa, ma analogicamente attuale, perché dopo 25 secoli la nostra civiltà è ancora piena di guerre, in un pianeta fin troppo insanguinato. Grazie a poeti come Aristofane e ai giovani che impugneranno i suoi versi come armi, questo grido verrà ascoltato ancora una volta. Un invito ad un nuovo modo d’essere, raccontando il presente grazie alla storia. Aristofane, si trasforma così in attualità, e saranno i nostri giovani studenti a farlo, usando la genialità dell’artista di un tempo per aprire le menti degli spettatori ad un’immaginazione del presente ed una trasformazione per il futuro.

Lo spettacolo finale si terrà il 27 e 28 maggio

Lo spettacolo finale si terrà il 27 e 28 maggio con la partecipazione di 120 studenti/attori delle scuole del territorio vesuviano, i quali apriranno la stagione estiva del Teatro Grande di Pompei, accompagnati non solo dalla regia di Martinelli, ma anche dalle musiche di Ambrogio Sparagna e il disegno luci di Vincent Longuemare, una produzione teatrale del Parco archeologico di Pompei, realizzata in collaborazione con Ravenna Festival, Teatro delle Albe/Ravenna, Teatro di Napoli-Teatro Nazionale e Giffoni Film Festival, frutto di un protocollo di intesa con l’Ufficio regionale scolastico della Campania.

Un lavoro di finanziamenti, spese e progetti da portare avanti che si riverbera in una crescita culturale. Dall’altro, sempre nell’ottica di far emergere il magico rapporto tra il Sito archeologico e i giovani, un progetto di formazione al linguaggio cinematografico e al racconto documentaristico è emerso in collaborazione con Giffoni experience e Giffoni Innovation hub.

Gli alunni si trasformano in narratori, osservano, immaginano

Un documentario sarà infatti frutto di questo progetto, seguendo l’immaginazione e la visione dei ragazzi a cui è stato chiesto, dallo stesso direttore Zuchtriegel, di non raccontare in modo pragmatico e tecnico la visione dei cantieri pompeiani, ma di entrarne in contatto con essi attraverso la propria immaginazione e punto di vista, in modo da raccontarlo in una maniera più spontanea e naturale possibile.

Da qui, con il laboratorio Giffoni, verranno fuori 6 documentari diversi, che saranno punti di vista originali e differenti da quelli mai fatti precedentemente su Pompei e la storia che c’è dietro. Gli alunni si trasformano in narratori, osservano, immaginano, vivono la storia e la condividono.

“La cultura è utile come la libertà”

In aula, come ospite, anche Paolo Ruffini: “La cultura è utile come la libertà, un paese senza cultura è un paese vuoto” dice. “Ed è una cosa talmente straordinaria che per accedere alla cultura non occorre eccessivamente essere acculturati, chiunque può emozionarsi difronte ad essa, è aperta a tutti e proprio come un film ogni volta che lo vedi e lo vivi può insegnarti qualcosa di nuovo e farti vedere un punto di vista differente. Per questo chiunque dovrebbe visitare gli scavi di Pompei almeno ogni 5 anni, io di sicuro ci tornerò”, conclude.

Economicamente il progetto, sostenuto dal Parco di Pompei, deve il suo contributo e i suoi ringraziamenti anche alla Direzione Generale Spettacolo e a una parte cospicua delle spese coperta da uno sponsor, American Express, pronti a sostenere con le proprie risorse questo progetto per un’apertura verso un futuro diverso e integrativo.

Francesca Tufano

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano