valentino Gionta Torre annunziata

Il boss Valentino Gionta, ancora il capo indiscusso della camorra di Torre Annunziata, ha dato le indicazioni necessarie per ricostruire la cosca quando nel 2019 suo genero, Giuseppe Carpentieri, è tornato in libertà dal 41-bis. Questo è quanto emerge dalla sentenza di primo grado emessa dai giudici del Tribunale di Torre Annunziata che ha condannato a quasi un secolo e mezzo di carcere 14 tra vertici e affiliati dei clan Gionta, Gallo-Cavalieri e del Quarto Sistema. Nel 2020, questi clan hanno ingaggiato una feroce lotta per il controllo degli affari illeciti in città.

Torre Annunziata, condannati boss e affiliati del clan Gionta: “Valentino è ancora il capo indiscusso”

Valentino Gionta è stato condannato a 13 anni e 4 mesi di reclusione, sua figlia Teresa a 11 anni, suo nipote Valentino (classe 1983) a 9 anni e 4 mesi. La pena più pesante è stata incassata da Giuseppe Carpentieri, genero del padrino, a 16 anni e 5 mesi. Poi via via tutti gli altri: 14 anni per Luca Cherillo; 12 anni e 8 mesi per Alfredo Della Grotta; 11 anni e 4 mesi per Angelo e Salvatore Palumbo; 8 anni e 8 mesi per Antonio Cirillo; 8 anni per Antonio e Salvatore Aniello Palumbo; 7 anni e 4 mesi per Ciro Coppola; 5 anni e 8 mesi per Luigi Esposito e 4 anni per Michele Colonia.

Il processo è nato da una maxi-inchiesta della Dda, che ha emesso un’ordinanza cautelare di 346 pagine con 14 capi di imputazione. Le accuse contestate, a vario titolo, sono associazione a delinquere di stampo mafioso, armi, estorsioni e tentato omicidio.

Le ostilità tra i gruppi in lotta per il dominio del territorio

La scarcerazione di Carpentieri avrebbe mutato le gerarchie criminali in città, aprendo le ostilità tra i gruppi in lotta per il dominio del territorio. Dalle indagini sui Cherillo è emerso che i Valentini, tra il 2019 e il 2020, hanno costruito una nuova cupola grazie alle scarcerazioni eccellenti di numerosi uomini di spicco del clan. Una cosca che, secondo le indagini dell’Antimafia, è ancora guidata dal superboss Valentino Gionta, recluso attualmente al 41-bis ma ancora capace di dare ordini ai suoi sottoposti.

Altri “vertici” sono Giuseppe Carpentieri e Alfredo Della Grotta, entrambi ritenuti i capi che hanno indirizzato il clan verso le vittime. C’è poi Teresa Gionta, moglie del boss, e Valentino Gionta, nipote del capo. Sarebbero loro i “consiglieri” di Carpentieri. Poi tutti gli altri, da Salvatore Palumbo, Antonio Cirillo e Ciro Coppola e Michele Guarro. Sono stati assolti, infine, Michele Guarro e Immacolata Salvatore.

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