Napoli ad un passo dal titolo. Spalletti: “Volevo qualcosa da raccontare ai figli, ai nipoti”

"Non devo rispondere né a Sarri né ad Allegri, noi il nostro campionato ce lo siamo costruiti in maniera corretta. Noi pensiamo ai tifosi, pensiamo a giocare e basta"

Il grande giorno potrebbe essere arrivato. Oggi il Napoli potrebbe vincere il terzo scudetto della sua storia. Il condizionale è d’obbligo perché per aggiudicarsi il titolo di Campione d’Italia la squadra azzurra dovrà prima sperare che la Lazio non vinca a Milano con l’Inter e poi dovrà battere la Salernitana in un Maradona stracolmo. Non è una situazione impossibile ma per la matematica si devono unire due cose.

Una storia da raccontare ai nipoti

Intanto, la città è già pronta. E lo è anche Luciano Spalletti. Che non si fida dei granata ma sa che l’impresa è ormai vicina: “Sarà una storia da raccontare ai nipoti“, ha ammesso il tecnico di Certaldo. Deve essere soddisfatto per essere arrivato ad un traguardo storico in una città dove il titolo di campione d’Italia mancava da 33 anni. Prima c’era riuscito solo il Napoli di Maradona. Adesso tocca a lui. Sarà oggi pomeriggio o il prossimo giovedì, sta di fatto che la cavalcata partenopea è stata unica nel suo genere. “È valsa la pena aspettare ora viviamocela”, ha detto ancora Spalletti. Che non si spaventa davanti allo slittamento della partita.

“Noi sappiamo da molto tempo qual è la nostra direzione, non dobbiamo fare inversioni o cose diverse, proseguiamo la nostra strada fatta finora, poi ci sono delle cose che stanno al di sopra di noi e che non possiamo controllare. Saremo pronti a giocare la nostra partita, con tutte le forze, pure quelle che non abbiamo. Giochiamo e basta“.

Ci sarà un ultimo pensiero, prima di questo ennesimo ostacolo nella corsa allo scudetto, per Spalletti. “Siamo di fronte ad una sfida estrema, come nelle ultime, che se le porti a casa ti danno più forza. È da tempo che vogliamo vivere queste nottate qui e c’è da viverle nello stesso modo di sempre, riuscendo ad avere chiaro cosa dobbiamo fare in campo e nella preparazione per arrivarci”.

Napoli Salernitana: “Faremo la nostra partita”

Il presidente della Salernitana parla di mortificazione della dignità della sua squadra e Sarri di tavola apparecchiata per la loro sconfitta.

“Noi non abbiamo affidato al Prefetto o al fato il nostro campionato, ma alla nostra idea di calcio, per fare felici quelli che ci attendono col fiato sospeso per ore in un aeroporto o per strada solo per veder passare un pullman azzurro. Noi non abbiamo fatto niente come squadra, anzi, abbiamo dovuto modificare anche noi il lavoro settimanale e quindi dobbiamo accettare questo. Ma per la voglia che ho visto anche stamattina sono convinto che faremo la nostra partita”, risponde il tecnico del Napoli.

Poi il quasi “Santo” Luciano ha aggiunto: “Non so se basterà perché affronteremo un avversario forte, sono 8 gare che non perdono, conosco benissimo Sousa, lo apprezzo, abbiamo fatto anche un viaggio insieme ed è uno che lavora sul campo. A vederli da fuori sembrano una società proiettata nel futuro, il presidente sta facendo un grande lavoro, è una città che ha entusiasmo e grande amore per questo sport per cui sarà una gara difficilissima. Quanto successo ha motivato di più gli avversari, ma faremo quello che dovevamo fare oggi”.

Sarri e Allegri? Il tecnico azzurro non risponde: “Giocheremo e basta”

Sarri ha detto “spero che il Napoli festeggi più tardi”, Allegri “finalmente avete vinto uno Scudetto”: anche in questo caso Spalletti preferisce rimanere in silenzio. “Non devo rispondere né a Sarri né ad Allegri, noi il nostro campionato ce lo siamo costruiti in maniera corretta. Noi pensiamo ai tifosi, alla soddisfazione di vedere giocare un gruppo di calciatori serio, che ce la mette tutta, sono stati importanti per noi in questo percorso per arrivare a questo finale di campionato così emozionante”.

Per un allenatore che porta lo scudetto al Napoli dopo 33 anni il momento è particolare, ma Spalletti continua a parlare di altro: “Mancano ancora dei punti, non si è fatto ancora. Ricordo quando ne parlai in famiglia, i miei figli mi dissero che a Napoli non si può non andare, ma poi si deve vincere perché ci sono stati allenatori e calciatori fortissimi che hanno fatto un calcio magnifico che mi ha sempre entusiasmato”.

Oggi il Maradona sarà stracolmo ancora di più. Emozioni uniche: “Sì, mi emoziono facilmente – ha evidenziato il tecnico azzurro – ho paura se ripenso da dove sono partito”. Non era facile vincere dopo che Juve, Inter e Milan hanno dominato per anni… “È dal 2001 che non succede ad un’altra città – ha aggiunto – è un valore in più per questo campionato fatto dai ragazzi. Ma vediamo se siamo bravi anche nello strappo finale”.

Si è parlato di tutto ma non di come sta reagendo la squadra a questo evento. “Sono alla ricerca di qualcosa da raccontare ai figli, ai nipoti: per voler raccontare delle cose particolari, eccezionali, bisogna fare risultati eccezionali, vivere storie eccezionali. Se saranno bravi questa è una di quelle da poter raccontare”.

Appello ai tifosi

Un messaggio ai tifosi alla fine non può mancare: “Bisogna vincere anche dopo la gara nei comportamenti, nel divertirsi, dobbiamo tutti sapere che questo sport è dei bambini, dei figli, e tutti, anche io, avremo i figli in giro per la città. Si deve essere intelligenti e usare il buon senso. Il gioco è dei bambini e devono festeggiare se dovesse succedere…”.

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