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Gragnano, vendetta dopo l’omicidio di Nicholas: processo da rifare per quattro persone

Processo d’Appello da rifare per il tentato omicidio scattato per vendetta dopo l’assassinio di Nicholas Di Martino, il 17enne di Gragnano nipote del ras Nicola Carfora (alias ‘o fuoco) ucciso a coltellate nel 2020 durante una lite. La prima sezione della Cassazione ha annullato con rinvio, accogliendo i motivi di ricorso, il processo a carico di Giovanni Amendola, difeso dall’avvocato Raffaele Chiummariello, dei fratelli Giovanni ed Antonio Carfora Giovanni (difesi da Stefano Montone) e Raffaele Iovine difeso da Massimo Trigari.

Gragnano, vendetta dopo l’omicidio di Nicholas: processo da rifare per quattro persone

I quattro furono arrestati pochi giorni dopo l’omicidio del minorenne, in quanto ritenuti responsabili del ferimento a colpi di pistola di un 20enne di Gragnano. La Suprema Corte ha annullato le sentenze e disposto un nuovo processo per effetto dell’accoglimento del ricorso presentato dal collegio difensivo, avvocato Francesco Paolo De Rosa, fondato sull’esclusione aggravante mafiosa e sulla negazione delle attenuanti generiche.

L’agguato ritorsivo a colpi di pistola in pieno centro a Gragnano

Secondo quanto emerso dalle indagini, poche ore dopo la morte di Nicholas colpito al cuore con una coltellata (per questo omicidio, e per il tentato omicidio del cugino Carlo Langelotti che era con lui sono stati condannati in primo grado a 18 anni di carcere Maurizio Apicella e 10 anni Ciro Di Lauro) i quattro organizzarono un agguato ritorsivo a colpi di pistola, in pieno centro a Gragnano, contro un amico di Apicella, all’epoca ventenne, che rimase ferito a una mano.

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