La città di Napoli ha assistito oggi al “miracolo di maggio”, ovvero alla liquefazione del sangue di San Gennaro, il Santo patrono della città, nella prima delle tre date dell’anno in cui è atteso. L’annuncio ufficiale del prodigio è stato dato dall’arcivescovo di Napoli, don Domenico Battaglia, dopo aver aperto la cassaforte che custodisce le reliquie del Santo nella Cappella del tesoro di San Gennaro all’interno del Duomo.
L’annuncio alle 17,03 con lo sventolio del fazzoletto bianco
Ha così avuto inizio la processione dei 17 busti reliquiari di Santi compatroni che accompagnano il busto di San Gennaro in processione dal Duomo di Napoli verso la chiesa di Santa Chiara.
La “processione degli infrascati”
Il “miracolo” atteso il sabato che precede la prima domenica di maggio è accompagnato, appunto, da una processione che parte dal Duomo e attraversa il centro antico della città, per concludersi nella Basilica di Santa Chiara. La processione si svolge in ricordo della traslazione delle reliquie del Santo dal cimitero posto nell’Agro Marciano, territorio oggi ricadente nel quartiere Fuorigrotta, alle Catacombe di Capodimonte, poi denominate per questa ragione Catacombe di San Gennaro, ed è detta anche “processione degli infrascati” per la consuetudine del clero di proteggersi dal sole coprendosi il capo con corone di fiori.
Il prodigio avviene tre volte l’anno: il 19 settembre, data in cui fu decapitato il martire nel 305 d.C.; il 16 dicembre, nell’anniversario di una terribile eruzione del Vesuvio del 1631 arrestata, secondo credenza popolare, per intercessione del Santo; e, come oggi, la prima domenica di maggio, in ricordo della traslazione delle spoglie mortali da Pozzuoli alle catacombe di Capodimonte.
La processione tra sacro e profano, i Santi tra le bandiere del Napoli
Giada Luisa Cirillo