Con l’arrivo dei primi caldi, da qui a qualche mese al massimo, arrivano anche le verdure fresche di stagione, soprattutto zucchine, melanzane e peperoni. Protagoniste del piatto che presentiamo sono proprio le zucchine fresche e piccole per preparare delle ottime penne rigate Setaro con zucchine, provola e pomodori.
Ingredienti:
– 300 gr di zucchine verdi piccole
– un bicchiere di olio d’oliva
– una decina di pomodori freschi maturi
– uno spicchio d’aglio
– 150 gr di provola affumicata fresca
– sale q.b.
– 250 gr di Penne rigate Setaro
Preparazione:
Zucchine
Dunque, per prima cosa, laviamo le zucchine e le puliamo dalle estremità, conservandone i fiori qualora ne siano accompagnati. Le tagliamo a dadini piuttosto piccoli che friggeremo in olio d’oliva. Le teniamo da parte, conservando l’olio del fondo.
Pomodoro e provola
In un altro tegame, facciamo imbiondire lo spicchio d’aglio nell’olio rimasto e, successivamente vi faremo appassire i pomodori. Dopodiché, vi uniamo i dadini di zucchine fritti. Regoliamo di sale e, mentre cuoce la pasta, riduciamo la provola a dadini per farla fondere nel sughetto.
Penne rigate Setaro in tavola
Scoliamo le penne Setaro appena qualche minuto prima della cottura al dente e le mantechiamo nel condimento. Serviamo caldo, con la provola filante.
La qualità Setaro
Nel 1939 Nunziato Setaro, a seguito del fallimento di molti laboratori per l’avvento dei grandi gruppi industriali, decide di acquistare l’attuale pastificio per mantenere intatta l’antica tradizione del paese, abbandonando così la sua iniziale attività di trasportare farine e di materie prime utilizzate dai pastifici.
Nel corso dei decenni l’affermazione dell’impresa sul mercato e la notorietà del brand sono cresciute, grazie all’impegno quotidiano della famiglia che non lascia spazio a giorni di festa e a distrazioni. Oggi i nipoti di Nunziato ancora producono la pasta nel rispetto dell’eredità storica dei pastai di Torre Annunziata e della qualità delle materie prime. Nel tempo hanno ripreso e riproposto gli antichi formati della cucina partenopea, oggi cult nelle preparazioni dei grandi chef di tutto il mondo, i paccheri, le candele, la calamarata, i maltagliati, le penne. Ruvidi e porosi.
Sempre nello stesso pastificio, nel centro storico un tempo officina di saperi, costruito con spesse pareti in pietra lavica per consentire un migliore processo di essiccazione e creare un prodotto dalla consistenza e dal sapore unico al mondo. “È chiaro che se spostassimo i nostri macchinari in un edificio in cemento o capannoni industriali” dichiara Vincenzo Setaro, esponente dell’ultima generazione impegnata nel rilancio del prodotto “non otterremmo lo stesso risultato”.