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Rischia quattro anni di carcere Pasquale Emmanuel D’Alessandro, tra gli imputati nel processo relativo alla rapina commessa in villa comunale ai danni di un gruppo di giovani di Nocera Inferiore e Sant’Egidio del Monte Albino. La Procura della Repubblica di Torre Annnuziata ha chiesto infatti 4 anni per il figlio ventenne del ras Luigi D’Alessandro (alias Gigginiello, ritenuto dagli inquirenti uno dei capi storici del clan del rione Scanzano).

Castellammare, il figlio del boss rischia quattro anni di carcere

Sempre nell’ambito dello stesso processo, sono stati chiesti invece 9 anni di reclusione nei confronti di Giuseppe Bellarosa, ritenuto l’esecutore materiale della rapina. D’Alessandro junior dovrà invece difendersi dall’accusa di estorsione, in quanto (secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti) pretese proprio da Bellarosa una percentuale sulla somma di 1000 euro rapinata alla vittima. I magistrati oplontini sembrano dunque orientati alla linea dura, anche per dare un segnale di sicurezza visti i numerosi episodi di microcriminalità che continuano a verificarsi in villa comunale.

L’episodio si verificò il 6 febbraio 2022. Quella che doveva essere una serata tranquilla, da trascorrere con amici, si trasformò così in attimi di terrore per una comitiva proveniente dall’Agro – Nocerino – Sarnese. Secondo la ricostruzione fatta dagli agenti di polizia di Castellammare, Bellarosa e D’Alessandro (con l’ausilio di due minorenni residenti al rione Postiglione) costrinsero tre giovanissimi a prelevare 1000 euro in contanti da un bancomat e se li fecero consegnare. E perpetrare l’estorsione sui 1000 euro sarebbe stato (secondo le accuse) proprio Pasquale Emmanuel D’Alessandro, che finì in manette insieme a Bellarosa (anch’egli 20 anni) e ai due minorenni che effettuarono materialmente la rapina.

Il caso della rapina ai giovani

Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine i quattro stabiesi avvicinarono un gruppo di coetanei, tutti provenienti dall’Agro – Nocerino – Sarnese. In tale circostanza, Bellarosa e i due minorenni dapprima avevano isolato la vittima e, successivamente, l’avevano accerchiata e costretta, con la forza e sotto minaccia, a seguirli. I tre ragazzi, tenendo sotto il proprio dominio il malcapitato, lo avevano condotto presso un bancomat e, sotto minaccia, lo avevano costretto ad effettuare un prelievo di 1000 euro e a consegnare loro tale somma di denaro.

Ottenuto il profitto del reato, i tre giovani stabiesi avevano fatto ritorno in villa comunale in compagnia della vittima, per poi lasciarla poco distante. A questo punto (sempre secondo l’accusa) intervenne D’Alessandro junior, per chiedere una percentuale a Bellarosa sull’illecito guadagno.

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