Il Tar del Lazio ha confermato il decreto del presidente della Repubblica del 6 maggio dello scorso anno, che prevede il secondo scioglimento in poco più di due mesi del Comune di Torre Annunziata, uno dei comuni più importanti e popolosi della provincia di Napoli. La decisione del Tar è stata presa respingendo il ricorso presentato dall’ex sindaco Vincenzo Ascione. Il Comune di Torre Annunziata è stato sciolto a causa anche delle infiltrazioni mafiose. Questo è il secondo decreto di scioglimento che colpisce il comune vesuviano in appena due mesi e mezzo, dopo quello scaturito dalle dimissioni di massa degli amministratori comunali, avvenute a seguito di un’inchiesta giudiziaria.

Torre Annunziata, confermato dal Tar lo scioglimento del Comune

Secondo il ricorrente, il Governo avrebbe esercitato il potere di scioglimento in modo illegittimo, basandosi esclusivamente sull’eco mediatica generata dalle attività investigative. Inoltre, l’ex sindaco ha sostenuto che l’amministrazione comunale non avrebbe in alcun modo contrastato le consorterie criminali presenti sul territorio. Ha anche lamentato la mancanza dei presupposti necessari per procedere allo scioglimento.

Il Tar, dopo aver chiarito la natura del provvedimento e l’ampio esame giurisdizionale effettuato, ha respinto le argomentazioni del ricorrente, ritenendole infondate. Riguardo all’argomento secondo cui lo scioglimento sarebbe stato una risposta diretta all’indagine condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda), il Tar ha affermato che l’esistenza di un collegamento è ovvia e ragionevole.

“Influenza delle consorterie criminali”

Inoltre, ha sottolineato che gli elementi raccolti dimostrano chiaramente l’influenza delle consorterie criminali locali sull’amministrazione comunale. I giudici hanno ritenuto che gli organi statali abbiano correttamente rappresentato la grave inerzia dell’amministrazione comunale nel fronteggiare i problemi sollevati dalla prefettura durante le riunioni del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Di conseguenza, i giudici hanno concluso che la valutazione degli organi statali non presenti vizi, evidenziando il condizionamento degli amministratori pubblici. Questa sentenza conferma dunque lo scioglimento del comune di Torre Annunziata, che continua a lottare contro le infiltrazioni mafiose e a cercare una soluzione ai problemi di sicurezza e ordine pubblico che affliggono la comunità.

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