Una bomba telecomandata nel cuore del rione “Moscarella” di Castellammare di Stabia. Terrore nel feudo del clan Polito – Oliviero, meglio conosciuto come il “terzo sistema stabiese”. L’allarme è scattato due sere fa, quando una segnalazione anonima è arrivata alle forze dell’ordine. Sul posto si sono recati gli agenti di polizia del locale commissariato, agli ordini del primo dirigente Amalia Sorrentino e del vicequestore Manuela Marafioti, insieme agli artificieri. L’ordigno, pronto ad esplodere, era collegato ad un telecomando.

Castellammare, bomba telecomandata nel cuore del rione “Moscarella”

Al meccanismo di innesco era connesso oltre un chilogrammo di tritolo. Secondo i primi accertamenti, se la bomba fosse esplosa avrebbe potuto provocare una strage. I poliziotti erano già impegnati in un’attività di controllo del territorio, mirata alla scoperta di droga e armi. In seguito alla segnalazione, gli agenti si sono poi introdotti nell’androne di un palazzo situato nel rione bunker. Qui hanno trovato l’ordigno e un telecomando in un vano condominiale. Subito è scattato l’allarme.

Sul posto, dopo pochi minuti, sono arrivati gli artificieri, che hanno immediatamente messo in sicurezza il palazzo e l’intera zona circostante. Poi hanno disinnescato la bomba. E sono partite le indagini per capire le dinamiche di questo episodio, che avrebbe potuto provocare una strage. Sono due al momento le piste maggiormente seguite dagli inquirenti. La prima porta proprio agli uomini del clan del Savorito: potrebbero essere stati proprio loro (secondo una prima tesi investigativa) ad aver nascosto l’ordigno, per poi essere utilizzata in un successo piano criminale.

I retroscena del ritrovamento. “È il regno del Terzo Sistema”

Ma c’è anche un’altra versione che viene tenuta in considerazione dagli inquirenti. La bomba potrebbe infatti essere stata messa al Savorito per farla esplodere sotto l’abitazione di un pregiudicato, legato proprio al “terzo sistema stabiese”. In entrambi i casi si tratta comunque di scenari inquietanti, che potrebbero far presagire la ripresa di una guerra di camorra nella città stabiese.

Appena pochi giorni fa i giudici della Corte di Appello di Napoli hanno ratificato che il “terzo sistema” è un clan a tutti gli effetti, pronto anche alla guerra armata per scalare posizioni nelle gerarchie criminali cittadine. Lo hanno stabilito i magistrati partenopei, che hanno dato il via al concordato per le pene dei principali affiliati alla cosca del rione Moscarella. I magistrati napoletani hanno anche riconosciuto la leadership di Raffaele Polito e Silverio Onorato alla guida dell’organizzazione criminale.

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