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Castellammare, il “terzo sistema” era un clan a tutti gli effetti: la sentenza della Corte di Appello di Napoli

Il “terzo sistema” era un clan a tutti gli effetti, pronto anche alla guerra armata per scalare posizioni nelle gerarchie criminali di Castellammare di Stabia. Lo hanno stabilito i giudici della Corte di Appello di Napoli, che hanno dato il via al concordato per le pene dei principali affiliati alla cosca del rione “Moscarella”. I magistrati napoletani hanno anche riconosciuto la leadership di Raffaele Polito e Silverio Onorato alla guida dell’organizzazione criminale.

Castellammare, il “terzo sistema” era un clan a tutti gli effetti

Attraverso la richiesta concordata formulata dai legali, i due capi del “terzo sistema” sono riusciti ad avere uno sconto di pena rispetto alla sentenza di primo grado, che li vede imputati con le accuse di traffico di armi e spaccio di stupefacenti. Polito dovrà così scontare 10 anni di carcere (a fronte dei 13 anni e 2 mesi inflitti in primo grado), mentre Onorato è stato condannato in Appello a 10 anni e 2 mesi (rispetto ai 13 anni e 8 mesi precedenti).

Anche Ernesto Di Maio ha ottenuto uno sconto di pena, passando a 6 anni e 4mesi dell’Appello rispetto agli 8 anni incassati in primo grado. Nell’inchiesta giudiziaria è emersa la pericolosità criminale del “terzo sistema” del rione Moscarella. Il progetto, secondo quanto emerso dalle indagini, era quello di conquistare importanti fette della città di Castellammare di Stabia, per gestire in autonomia gli affari illeciti. E per raggiungere quest’obiettivo, i vertici erano pronti anche allo scontro armato con le altre organizzazioni malavitose attive sul territorio.

La sentenza della Corte di Appello di Napoli

Da qui l’intervento delle forze dell’ordine, che in pochi mesi hanno sgominato la cosca di Moscarella. Dall’inchiesta avviata dai carabinieri di Castellammare, supportata dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, è emerso che l’obiettivo del “terzo sistema” stabiese era (e probabilmente lo è tuttora) quello di allestire una imponente piazza di spaccio nel quartiere Moscarella. I proventi dell’attività sarebbero poi serviti ad acquistare sempre più armi, al fine di guadagnare nuovi spazi nella geografia criminale cittadina e, dunque, negli affari illeciti.

Tutto ciò emerge anche dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, che hanno rappresentato uno dei capisaldi dell’attività investigativa. Da qui, i vertici dell’organizzazione criminale (tuttora in carcere) parlavano del “rispetto” riservato dal clan Polito – Onorato dagli esponenti delle altre cosche stabiesi, che quindi ne riconoscevano l’autonomia. Inoltra, a testimonianza della forza e della presenza di questo nuovo clan, ci sono le numerose operazioni antidroga, effettuata a Moscarella dalle forze dell’ordine, che facevano sospettare un nuovo giro gestito dall’organizzazione criminale nuova.

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