Lunedi 29 maggio, alle ore 17.30, presso gli spazi innovativi di Esperienza Europa – Davi Sassoli, si terrà la presentazione del libro ‘Governare l’incertezza’, edito da Franco Angeli. L’evento è organizzato dalla Fondazione AIDR, Italian Digital Revolution, in collaborazione con gli Uffici del Parlamento e della Commissione europea.

Dopo le presentazioni del prof. Giovanni Orsina, politologo e direttore della School of Government della Università Luiss, del cons. Antonio Naddeo, Presidente Aran, e della sociologa dott.ssa Maria Frega, che interloquiranno con l’autore cons. Marco De Giorgi, seguirà un ampio dibattito fra parlamentari di maggioranza ed opposizione sul rapporto fra pubblico e privato e su come ripensare i tradizionali modelli di intervento per riagganciare la ripresa economica.

Dopo la terribile esperienza del Covid e l’inizio della guerra in Ucraina, ci stiamo abituando a vivere fra crisi sempre più ricorrenti e imprevedibili, che mettono a dura prova la capacità di assorbimento e di adattamento del nostro sistema, in un contesto che Bauman, filosofo e sociologo polacco, aveva già descritto come la ‘società dell’incertezza’. Queste le riflessioni da cui parte il libro di Marco De Giorgi e Aurelio Lupo che spiegano come l’unica strada percorribile oggi sia quella della innovazione sociale che si basa sulla costruzione di nuove relazioni e sulla misurazione e valutazione degli impatti come paradigma dello sviluppo.

I percorsi di innovazione indicati nello studio consentono di attivare, attraverso un sistema di incentivi collegato alla verifica del raggiungimento dei risultati (PBR pay by result), nuovi modelli di partenariati pubblico- privato che favoriscono il convoglio di investimenti privati verso importanti ambiti sociali, senza per questo delegare l’esercizio delle funzioni pubbliche.

Alcune applicazioni pratiche del modello dell’innovazione sociale, che esce finalmente dalle aule universitarie per diventare un driver delle politiche pubbliche, sono rappresentate dalla cd. finanza di impatto che consente di conciliare impatto sociale e profitto, superando la classica dicotomia fra profit e non profit, fra pubblico e privato.

Nel libro sono rappresentati, quindi, i primi risultati della sperimentazione condotta in tal senso dal FIS – Fondo per l’innovazione sociale – istituito dal Governo nel 2018, che ha finanziato diciotto progetti di grandi Comuni, fra cui Roma, Milano, Bari, per l’applicazione sperimentale di questi nuovi modelli di PPP – partenariati pubblico privati che vedono la presenza anche di investitori privati, come banche e fondazioni.

Come ha già dimostrato la positiva esperienza di Torino social impact e Tiresia, entrambe fiorite in un ecosistema fertile all’innovazione, come quello piemontese, richiamato da Mario Calderini (Politecnico di Milano) nella sua introduzione al libro, lo stato dell’arte della finanza di impatto in Italia vede una buona offerta di risorse private finalizzate alla produzione di impatti sociali; manca però un’adeguata domanda di innovazione sociale a causa degli scarsi investimenti nelle infrastrutture sociali, di una pubblica amministrazione poco propensa al rischio, di un terzo settore poco investment ready e di una cultura debole della valutazione.

Il libro propone, quindi, ad imprese, associazioni, enti pubblici ed esperti un nuovo modello di economia degli impatti come via d’uscita dalla crisi, che coinvolga non solo il terzo settore o la pubblica amministrazione, ma tutti gli attori del sistema economico e sociale che possono convergere su valori comuni grazie a quella che gli autori chiamano la “capacità trasformativa” dell’innovazione sociale.

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano