Durante il blitz compiuto lo scorso 29 maggio, i carabinieri del nucleo investigativo di Napoli hanno sequestrato complessivamente 74mila e 500 euro in contante ritenuto provento illecito e 5 orologi di pregio. Tra questi uno del valore di oltre 10mila euro.
I beni sequestrati sono il risultato delle perquisizioni compiute il giorno dell’operazione che ha inferto un duro colpo al “sodalizio criminale a tre teste” Masiello-Saltalamacchia-Esposito.
Alle prime ore dell’alba del 29 maggio, l’Arma dei Carabinieri e la Polizia di Stato, su incarico della Procura Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Napoli, hanno dato il via a un’imponente operazione di polizia giudiziaria contro esponenti di gruppi criminali attivi nel centro cittadino, in particolare nella zona dei Quartieri Spagnoli.
Indagate 53 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata allo spaccio e al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, ricettazione e detenzione e porto abusivo di armi da fuoco.
Due milioni di euro di incassi ogni anno. Ecco quanto vale la “piazza della sposa” ai Quartieri Spagnoli a Napoli. In vico Canale a Taverna Penta gli affari erano di circa 5 mila euro al giorno. Cocaina di bassa qualità e hashish al metadone. Questo è quanto emerge dalle informative di carabinieri e polizia depositate nell’ordinanza firmata dal gip Carla Sarno che ha portato oggi a 53 arresti.
A gestire lo smercio della droga è il gruppo di Carmine Furgiero “o pop”. E proprio lui è protagonista di una storia curiosa. Per festeggiare la vittoria dello scudetto del Napoli aveva permesso l’istallazione di cartonati dei giocatori del Napoli a una condizione, doveva essere raffigurato anche lui.
E così, accanto a De Laurentiis, il presidente del Napoli, c’era anche lui, a grandezza naturale. Sorridente e fiero.
“Ho dato 300 euro al ragazzo che è morto per le esequie.. perchè diceva che la famiglia non aveva i soldi…“, commentava invece Vincenzo Masiello, l’altro boss arrestato per lo spaccio ai Quartieri Spagnoli. La conversazione è del 7 marzo 2020, due giorni prima della dei funerali di Ugo Russo, il quindicenne assassinato da un carabiniere il 29 febbraio del 2020.
“Masiello riferisce che era in atto una raccolta di soldi per il ragazzo deceduto e aggiunge anche che, se avesse saputo che la ditta per le esequie era quella di Armando Perrella, si sarebbe proposto di offrirgliele personalmente: l’impresa di Perrella è una società riconducibile alla camorra a cui i carabinieri hanno notificato una interdittiva antimafia”, scrive il giudice.