In tanti per un saluto a Giulia e al suo Thiago: qualcuno invoca la pena di morte

A rompere il silenzio della famiglia solo la sorella Chiara sui social: "...io sono morta lentamente in questi cinque giorni. Noi siamo morti. Siamo venuti con te perché tu non sia mai sola"

Nelle ultime ore, il muro dietro il quale è stato trovato il corpo di Giulia Tramontano, vittima del crudele omicidio consumatosi tra sabato e domenica, si è trasformato in un santuario. Un flusso continuo di pellegrini si reca lì per rendere omaggio alla 29enne e al bimbo che portava in grembo.

Un foglietto a quadretti con il testo della poesia “Canto delle donne” di Alda Merini, una lettera scritta a mano da Desiree, una bambina di 10 anni, e messaggi di sostegno in inglese. Centinaia di peluche sono stati portati dai bambini con un pensiero per Thiago, il bimbo mai nato; numerosi mazzi di fiori e palloncini bianchi.

I genitori di Giulia, nel frattempo, sono rimasti chiusi in un residence, attendendo gli sviluppi dell’inchiesta. Durante questo periodo di silenzio, solo i messaggi strazianti della sorella Chiara su Instagram interrompono il loro silenzio. Uno dei suoi post dice: “È difficile trovare una foto in cui tu non splenda. Hai un volto innocente, privo di malizia. Eri troppo ingenua per capire in quale trappola ti trovavi“. Durante la notte, ha pubblicato un messaggio ancora più struggente: “…io sono morta lentamente in questi cinque giorni. Noi siamo morti. Siamo venuti con te perché tu non sia mai sola“.

La comunità di Senago, una piccola città di poco più di 20mila abitanti, a una quindicina di chilometri da Milano, è stata colpita da incredulità e commozione. Un senso di lutto si è diffuso nella città, con una giornata di lutto cittadino ieri e oggi. È praticamente impossibile non aver incrociato le proprie vite in qualche fase della vita dei protagonisti di questa drammatica vicenda. In particolare, molti ricordano il giovane barista trentenne, Alessandro Impagnatiello, sin dai tempi delle elementari. Una signora racconta: “Era un bambino molto timido, compagno di banco di mio figlio. Lo salutavo e diventava tutto rosso”.

Con il passare degli anni, le storie si sono evolute. Alessandro è diventato un adolescente all’istituto omnicomprensivo Gadda di Paderno Dugnano. Una sua compagna di scuola lo descrive come un ragazzo un po’ perfido e inaffidabile, che aveva preso di mira ma che non le piaceva.

Giulia, meno conosciuta nella comunità di Senago, si era trasferita lì quando aveva iniziato la sua relazione con Alessandro. La titolare di una catena di pizzerie e pokerie racconta: “Veniva qualche volta nel mio ristorante. Quando ho saputo che lavorava in un’agenzia immobiliare, le ho chiesto se poteva occuparsi dell’affitto di alcuni locali per me. Non era solo bellissima, ma anche di una gentilezza e una pazienza infinita“.

A portare dei fiori arrivano anche alcune coppie, una giovane incinta non trattiene le lacrime mentre il suo compagno ha lo sguardo duro e indecifrabile. Quando gli viene chiesto cosa pensa di un uomo che compie un gesto così terribile, risponde con rabbia: “Preferisco non esprimermi. Non fatemi dire cosa gli farei”. I commenti degli altri sono simili: “Nessuna pietà per un mostro del genere”, “In carcere a vita”. Alcuni arrivano persino ad invocare la pena di morte.

Mentre il sito web www.coraggiosamente.it lancia la petizione “GiustiziaperGiulia-Ergastolo senza sconti per ogni femminicidio“, il comune annuncia una fiaccolata da tenere il giorno dei funerali, che si svolgeranno a Sant’Antimo, il paese natale anche di Impagnatiello.

Nel frattempo, una raccolta fondi online per Giulia Tramontano e l’associazione Penelope, promossa dall’Istituto Italiano di Tecnologia dove lavora Chiara, ha già superato in serata quota 11.713 euro con 696 donatori. I fondi raccolti saranno destinati in parte all’Associazione Penelope, che ha seguito il caso, e il resto sosterrà la famiglia di Giulia nelle spese ingenti causate da questa tragedia.

In strada, c’è un’unanimità nella richiesta di giustizia. Qualcuno alza la voce e scrive su Facebook: “datelo a noi quel mostro“. Rabbia e dolore i sentimenti prevalenti.

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