Condannati i capi e gregari del clan del rione “Moscarella” di Castellammare di Stabia. I giudici della Corte di Appello di Napoli hanno ratificato i concordati tra accusa e difesa nell’ambito del processo sul cosiddetto “terzo sistema stabiese”. Sono 6 in tutto le condanne: tra queste, spiccano i 10 anni di reclusione inflitti a Raffaele Polito e Silverio Onorato, considerati i capi dell’organizzazione criminale del rione Moscarella.

Condannati i capi e gregari del clan del rione “Moscarella” di Castellammare di Stabia

Condannato a 6 anni e 1 mese anche Ernesto Di Maio, considerato dai magistrati elemento di spicco della cosca. Sentenze di condanna anche per Gianluca Di Maio (2 anni e 9 mesi), Michele Di Maria (2 anni e 8 mesi) e Anna Di Maio (1 anno e 5 mesi). Tutti sono accusati a vario titolo di spaccio di stupefacenti e di traffico di armi.

Ma in particolare, i magistrati napoletani hanno accertato che Polito e Onorato avevano messo su una vera e propria organizzazione malavitosa, equidistante sia dai D’Alessandro (che resta la cosca egemone a Castellammare di Stabia) sia dai Cesarano (con quartier generale al rione Ponte Persica). Anzi, secondo la ricostruzione fatta dai magistrati (dopo le indagini espletate sul territorio dai carabinieri) il clan di Moscarella era pronto anche a sostenere una guerra armata, per conquistare spazi in città e aprire nuove piazze di spaccio in autonomia.

La tensione a Moscarella resta altissima

Una guerra di camorra, che sarebbe stata evitata grazie all’intervento delle forze dell’ordine, che hanno portato a numerosi arresti proprio tra le fila del clan di Moscarella nei mesi scorsi. Ma la tensione a Moscarella resta altissima. A tal proposito, sono ancora in corso le indagini delle forze dell’ordine per dare una precisa chiave di lettura all’episodio che, pochi giorni fa, sconvolse l’intero quartiere. Un ordigno telecomandato pronto ad esplodere fu infatti trovato, nell’androne di un palazzo, dagli agenti di polizia stabiesi in seguito ad una segnalazione.

La bomba telecomandata, per un peso di oltre un chilogrammo e dall’enorme potenziale esplosivo, era pronta all’utilizzo in qualche raid ed era nascosta probabilmente in attesa di essere trasportata. Per rimuovere l’ordigno in sicurezza fu necessario l’intervento degli artificieri, mentre gli agenti della scientifica hanno effettuato tutti i rilievi del caso. Ora gli investigatori hanno avviato le indagini per risalire ai proprietari di quella pericolosa bomba.

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