Giulia Tramontano non avrebbe avuto nessuna possibilità di difendersi. Lo dicono i primi risultati dell’autopsia sul corpo della 29enne incinta al settimo mese uccisa nella notte del 27 maggio 2023 a Senago dal compagno Alessandro Impagnatiello, il barman 30enne che ha confessato l’omicidio. I risultati dell’esame autoptico, condotto presso l’Istituto di Medicina Legale di Milano da un team di specialisti guidato dal professor Andrea Gentilomo, hanno svelato che Giulia è stata colpita almeno 37 volte, forse anche 40, con un coltello nel soggiorno della loro casa a Senago.
Giulia Tramontano è stata uccisa con almeno 37 coltellate dal fidanzato Alessandro Impagnatiello: “Non ha potuto difendersi”
I dettagli dell’autopsia rivelano un numero sconvolgente di coltellate inflitte sul corpo di Giulia. Due di esse sono risultate mortali, entrambe al collo: una ha reciso la carotide, l’altra ha colpito l’arteria succlavia.
Non sono stati trovati segni di difesa sul corpo di Giulia Tramontano, suggerendo che l’attacco sia avvenuto alle sue spalle. Le coltellate sono state principalmente concentrate nella parte superiore del corpo, inclusa una al volto vicino a un sopracciglio: una di esse ha perforato un polmone. Sono stati inoltre inflitti almeno due fendenti alla schiena, mentre non sono stati riscontrati segni di coltellate sull’addome.
L’autorità giudiziaria ha già contestato la premeditazione e l’aggravante della crudeltà
La presenza di così tante coltellate suggerisce l’aggravante della crudeltà, che il giudice per le indagini preliminari non ha riconosciuto, nonostante la richiesta dei magistrati. Nel provvedimento che ha confermato la custodia cautelare del 30enne barista, il giudice Angela Minerva non ha ritenuto la crudeltà un’aggravante, basandosi sulle prime indagini condotte dal medico legale, il quale aveva individuato solo due coltellate al collo e una al torace. “L’azione omicidiaria non sembra caratterizzata da particolare pervicacia, considerando il tipo di arma utilizzata e il numero e la gravità dei colpi inflitti”, aveva scritto il giudice.
Ora, però, l’autopsia ha rinvenuto sul corpo di Giulia i segni di un numero impressionante di coltellate. Mentre si attende di capire quanti colpi siano stati inferti da Impagnatiello dopo quelli mortali, si ipotizza chiaramente una dinamica in cui l’assassino avrebbe continuato a colpire la vittima anche dopo la sua morte.
Le relazioni degli esami autoptici, che saranno presentate nelle prossime settimane, dovranno chiarire il numero e la natura delle coltellate. Questa dinamica dell’omicidio rafforza l’ipotesi della crudeltà.
L’esame autoptico potrà confermare anche l’aggravante della premeditazione
Al momento non ci sono elementi che indichino se il 30enne sia stato aiutato da qualcuno, ma si sta cercando di capire se sia avvenuto un tentativo di avvelenamento, considerando le due bustine di veleno trovate nello zaino di Impagnatiello. Ciò potrebbe confermare l’ipotesi di una premeditazione, come suggerito dagli inquirenti. Per confermare o smentire queste ipotesi, saranno necessari ulteriori esami tossicologici, il cui risultato richiederà più tempo.
“Le operazioni dei periti sono appena iniziate e dureranno alcuni giorni. Nessuna ipotesi può essere ancora avanzata o formalizzata in una contestazione che poi deve condurre Impagnatiello in corte d’Assise con il massimo delle aggravanti”. Così ha spiegato Giovanni Cacciapuoti, avvocato della famiglia Tramontano, all’uscita dell’Istituto di medicina legale di Milano.
La montagna di bugie di Impagnatiello spazzata via dagli esami autoptici
Secondo gli inquirenti, Impagnatiello ha un profilo da “narcisista manipolatore“. Durante i suoi interrogatori con i pubblici ministeri e il giudice, ha inizialmente raccontato di aver colpito Giulia con due o al massimo tre fendenti, affermando che lei si era ferita accidentalmente al collo e lui l’aveva uccisa per evitare ulteriori sofferenze.
Successivamente, nella sua seconda versione dei fatti, ha affermato che Giulia, avendo un coltello in mano per tagliare dei pomodori, si era ferita accidentalmente alle braccia. Entrambe queste ricostruzioni sono state completamente smentite dagli esami autoptici.
Complicato determinare l’esatto momento del decesso di Giulia
Determinare con precisione l’orario della morte risulta difficile a causa dei due tentativi da parte di Impagnatiello di appiccare il fuoco al corpo, il quale ha causato danni ai tessuti. L’esame autoptico sarà utile anche per stabilire l’orario del decesso e quando il corpo è stato abbandonato in strada a meno di 700 metri dalla sua abitazione.
Inoltre, sarà importante determinare il momento in cui il feto, il piccolo Thiago, è deceduto. Sul corpo di Giulia, che era stato avvolto da Impagnatiello con del cellophane e della plastica, verranno eseguiti anche gli esami tossicologici per certificare se al momento dell’omicidio alla giovane siano state fatte assumere sostanze stupefacenti ed entomologici per capire quanto tempo il corpo sia rimasto all’esterno.
Secondo le indagini finora condotte, si ritiene che la morte di Giulia sia avvenuta tra le 19:05 e le 20:30 del sabato 27 maggio. L’orario iniziale corrisponde al momento in cui Giulia è stata riaccompagnata a casa dalla madre di Impagnatiello e dal compagno di lei, i quali l’hanno prelevata alla metropolitana dopo un incontro per chiarire la situazione con una 23enne che aveva una relazione con Impagnatiello. Il secondo orario coincide con l’inizio dei messaggi “strani” che la stessa ragazza ha ricevuto dal numero di cellulare di Giulia, suscitando preoccupazione per il suo destino. Gli investigatori ipotizzano che a quell’ora la 29enne fosse già morta e che sia stato lo stesso Impagnatiello a inviare quei messaggi per tranquillizzare la sua amante e fingere che Giulia fosse ancora viva.
Potrebbe essere contestato un duplice omicidio
La famiglia di Giulia sta lottando per ottenere giustizia e ha lasciato intendere che potrebbe essere contestato un duplice omicidio, riqualificando l’accusa per l’interruzione di gravidanza senza consenso in relazione alla morte del bambino, il piccolo Thiago. La Procura ha dato il consenso per la sepoltura e i familiari potranno organizzare i funerali a Sant’Antimo.
Il funerale potrebbe tenersi non prima della metà della prossima settimana. Nel frattempo, il 15 giugno verranno effettuati accertamenti irripetibili su tre computer e un tablet sequestrati nell’appartamento
Profondamente turbata anche la premier Giorgia Meloni
Questo atto di violenza estrema ha scosso profondamente la società e ha suscitato reazioni da parte di molti, inclusa Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, che ha espresso il suo choc per la freddezza del gesto e per la morte di entrambe le persone coinvolte. La memoria di Giulia e Thiago vivrà attraverso l’amore incondizionato della loro famiglia e il desiderio di giustizia. “È una vicenda che mi ha lasciato senza fiato. Ho chiamato la madre di Giulia, da madre. Quando accadono queste cose la prima cosa che faccio è sempre pensare alla mamma. Noi siamo intervenuti con un provvedimento nell’ambito del codice rosso, ma è una questione culturale”, ha affermato la premier.
Filippo Raiola